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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2013 alle ore 12:59.

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L'Italia perde quattro posizioni nella classifica di Reporter senza frontiere sulla libertà di stampa. Dopo Botswana e Niger ci si piazza al 57mo posto su 179 Paesi, peggio rispetto al report dello scorso anno. «La situazione è pressoché immutata per molti Paesi dell'Unione Europea - precisa il comunicato di Rsf -: sedici dei suoi membri si trovano ancora nella top 30 della classifica. Il modello europeo, tuttavia, si sta sfasciando».

Peggiorano anche Ungheria e Grecia
A peggiorare le performance del Vecchio Continente, spiega Reporter senza frontiere, è «la cattiva legislazione osservata nel 2011», soprattutto in Italia, «dove la diffamazione deve ancora essere depenalizzata e le istituzioni ripropongono pericolosamente leggi bavaglio». E se l'Ungheria (56ma, perde 16 posizioni) paga il prezzo delle sue riforme legislative repressive, che hanno avuto un impatto notevole sul lavoro dei giornalisti, è molto forte la caduta della Grecia (all'84mo posto, dopo un tonfo di 14 posizioni): «l'ambiente sociale e professionale per i suoi giornalisti, esposti alla condanna pubblica e alla violenza sia dei gruppi estremisti che della polizia, è disastroso» precisa la nota di Rsf.

Malawi sugli scudi, crolla la situazione in Mali
L'indice di Reporter senza frontiere viene stilato in base ai comportamenti e alle intenzioni dei governi verso la libertà di stampa a medio o lungo termine. I maggiori passi avanti in Malawi, passato dalla 146esima alla 75esima posizione, mentre i peggiori risultati sono stati ottenuti dal Mali, precipitato dalla 25esima alla 99esima posizione.

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