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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2013 alle ore 13:21.

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Dopo il tonfo in Borsa di Saipem e i risvolti sul titolo della controllante Eni, il Cane a sei zampe fa i conti e quantifica l'impatto sull'utile netto per gli azionisti della società in «circa 200 milioni di euro, il 3%, nel 2013». A precisarlo è stato il cfo di Eni, Massimo Mondazzi, raggiunto telefonicamente da Radiocor che però ha rassicurato sulle prospettive di lungo termine e sui progetti. «Prendiamo atto - spiega Mondazzi - di quanto ha dichiarato la Saipem, e cioè che la flessione sarà transitoria e si avrà una significativa ripresa già dal 2014, e ricordiamo che Eni, nel definire i propri obiettivi di business e di remunerazione degli azionisti, ha come riferimento le prospettive di lungo periodo dell'intero gruppo». I principali progetti upstream di Eni su cui è impegnata Saipem «continuano come da programmi previsti».

Consob apre faro sul titolo Saipem
Per la controllata, dunque, un mercoledì da paura a Piazza Affari. Ma cattive notizie arrivano pure dalla Consob che avrebbe aperto un faro sulla vicenda avviando accertamenti sull'operazione di collocamento del 2,2% del capitale di Saipem, realizzata da Bank of America Merrill Lynch, per conto di un cliente istituzionale, prima dell'annuncio del profit warning ieri a mercati chiusi.

I controlli saranno avviati a stretto giro
Secondo fonti vicine alla Commissione, infatti, l'Authority guidata da Giuseppe Vegas avrebbe avviato i necessari monitoraggi. Che, come avviene sempre in questi casi, prevedono il confronto serrato con gli omologhi internazionali visto il coinvolgimento di Bofa. Non è infatti passata inosservata la coincidenza temporale tra l'accelerated bookbuilding dei circa 10 milioni di azioni Saipem realizzato lunedì - con un valore del titolo sopra i 31 euro (chiusura a 31,56 euro), mentre al momento vale 19,93 euro - e la revisione al ribasso operata ieri dai vertici della società. Circostanze che lascerebbero presagire la possibilità di un abuso di mercato. Ma il condizionale, per ora, è d'obbligo.

Fidelity smentisce collocamento del suo 2,3%
Intanto, poco fa, è arrivata la precisazione di Fidelity, tirata in ballo dopo il mega-collocamento realizzato da Bofa. «Normalmente non discutiamo la nostra attività di trading, ma poiché sul mercato c'é stata disinformazione, ci preme chiarire che non abbiamo collocato il 2,3%» di Saipem, ha spiegato Tom Stevenson, investment director e capo della comunicazione corporate di Fidelity nel Regno Unito, contattato da Radiocor. In base alle indicazioni Consob, Fidelity detiene attualmente il 2,6% di Saipem e figura come unico azionista oltre il 2%, a parte Eni che controlla il 42,9%. Dopo l'operazione di vendita di lunedì sera, nelle sale operative era cominciato a circolare il nome di Fidelity, l'unico investitore istituzionale con una quota superiore al 2%, secondo le comunicazioni Consob. Da qui la precisazione arrivata dalla sede londinese del fondo.

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