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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2013 alle ore 06:37.

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P rima annuncia un'eventuale conferenza stampa, «perché questa discussione meriterebbe una discussione ampia e non limitata». Poi prende la parola e il suo è un atto di accusa alla Banca d'Italia che pare diretto prima di tutto all'ex governatore e attuale numero della Bce, Mario Draghi. Per l'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti nella cassaforte di Via Nazionale «c'era un documento di vigilanza su Mps in cui era scritto tutto. Le macchine di polizia, e certamente lo è la Vigilanza, funzionano se hanno un effetto di deterrenza e di repressione». A parere di Tremonti, nel caso che ha travolto la banca senese «non c'è stata né la deterrenza né la repressione. La magistratura ha avvertito ed è intervenuta, non la Banca d'Italia. È un fatto gravissimo». In sostanza per Tremonti, nel caso di Mps, la Vigilanza «ha negato di essere vigilante, ha assunto un profilo minimalistico».
Chiaro ed evidente il punto di contrasto con quanto poco prima aveva sostenuto il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro quando Tremonti guidava il dicastero di Via XX Settembre, che al contrario ha qualificato l'operato della Banca d'Italia sul fronte della vigilanza «continuo, attento, appropriato».
Tremonti chiede conto a Grilli dell'esito del «suo incontro segreto di due giorni fa con Draghi», e Grilli risponde così: «Ci vediamo due volte al mese per questioni istituzionali, non c'è nulla di strano nel nostro incontro». La realtà - ribatte Tremonti - è che all'audizione del ministro Grilli «mancano i governatori della Banca d'Italia del passato e del presente».
L'Idv chiede un commissario per Mps e attacca Tarantola
L'Idv Andrea Barbato chiede la nomina urgente di un commissario straordinario per Mps e di un comitato di sorveglianza, «la riduzione del controllo delle fondazioni sulle banche i cui componenti devono essere nominati con criteri più trasparenti». Attacca anche Anna Maria Tarantola, attuale presidente della Rai, chiedendone la revoca «in quanto indagata con altri, quando era a capo della vigilanza di Bankitalia, dalla procura di Trani». Massima fiducia nell'operato della Tarantola viene confermata da Via Nazionale.
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Da più parti si leva la richiesta di procedere anche all'audizione della Banca d'Italia. Se ne fa interprete per primo il presidente della Commissione Finanze del Senato, Mario Baldassarri, che subito pone in luce la parte della relazioni di Grilli in cui si afferma che non vi è alcun «rischio sistemico», e dunque nessun effetto contagio che travolgerebbe l'intero sistema bancario nazionale. Istanza che il presidente della commissione Finanze, Gianfranco Conte trasmetterà al presidente della Camera, Gianfranco Fini. Si verificherà la disponibilità dei vertici di Via Nazionale a intervenire in audizione, «ma il tutto dovrebbe avvenire entro un paio di giorni, altrimenti andremmo alle calende greche dopo la campagna elttorale».

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