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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2013 alle ore 14:41.

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I fondi pubblici continuano a calare
Risalendo dagli effetti alle cause non si può ignorare il trend subito dal Fondo di finanziamento ordinario (Ffo): la principale fonte di sostentamento degli atenei. Il Ffo calcolato in termini reali è rimasto quasi stabile dal 2001 sino al 2009, per poi scendere del 5% ogni anno, con un calo complessivo che per il 2013 (quando si arriverà a quota 6,6 miliardi) si annuncia prossimo al 20 per cento. Su queste basi e in assenza di un qualsiasi piano pluriennale di finanziamento, scrive il Cun, moltissime università, a rischio di dissesto, non possono programmare la didattica né le capacità di ricerca.

L'assenza di borse di studio
Un altro neo del nostro sistema universitario è la scarsezza di borse di studio. Specie di quelle legate al merito. Il Cun prevede che i laureati nel nostro Paese sono destinati a calare ancora anche perché, negli ultimi 3 anni, il fondo nazionale per finanziare le borse di studio è stato ridotto. Nel 2009 i fondi nazionali coprivano l'84% degli studenti aventi diritto, nel 2011 il 75%. La spesa per il diritto allo studio ha subito un andamento contrario a ogni dichiarazione di principio

Laboratori non al passo con i tempi
Le considerazioni fatte per gli atenei valgono anche per la ricerca. A forte rischio obsolescenza risultano perfino le attrezzature dei laboratori per la gravissima decurtazione dei fondi: anche i finanziamenti Prin, cioè i fondi destinati alla ricerca libera di base per le università ed il Cnr, subiscono tagli costanti. Siamo infatti passati da una media di 50 milioni stanziati all'anno ai 13 milioni per il 2012. Infatti dai 100 milioni di euro assegnati nel 2008 e nel 2009 a progetti biennali a 170 milioni di euro cumulativi per il biennio 2010-2011(ma per iniziative triennale), per giungere a meno di 40 milioni di euro nel 2012, sempre per progetti triennali.

L'appello del Cun
Nel rivolgersi al nuovo Governo il presidente del Cun, Andrea Lenzi, ha sottolineato:
«Il Cun lancia un allarme a fronte della costante, progressiva ed irrazionale riduzione delle risorse finanziarie ed umane destinate al sistema universitario che ne ledono irrimediabilmente la capacità di svolgere le sue funzioni di base, di formazione e ricerca. Questo documento - ha aggiunto - è rivolto all'attuale Governo e Parlamento ed alle forze politiche impegnate nella competizione elettorale e ai loro leader, ma soprattutto a tutto il Paese».


Test nazionale per le specializzazioni mediche

Intanto il ministro Francesco Profumo sta valutando l'ipotesi di varare un test nazionale per l'accesso alle scuole di specializzazione medica al posto di quelle locali. L'obiettivo è quello di avere prove più oggettive con un quiz composto da quesiti sanitari. Ai migliori, in ordine di graduatoria, la possibilità di scegliere in quale scuola iscriversi. Saranno valutati i risultati e anche il voto di laurea. Profumo pensa ad un decreto che però dovrebbe essere presentato molto rapidamente vista la prossima scadenza elettorale. Le novità scatterebbero non prima della sessione di esame del 2014.

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