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Questo articolo è stato pubblicato il 05 febbraio 2013 alle ore 13:26.

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Piergiorgio Stiffoni (Ansa)Piergiorgio Stiffoni (Ansa)

«L'onorevole Maroni, quale capogruppo alla Camera, nel 2006 instaurò la prassi di non comunicare il conto della gestione a fine anno al partito in quanto riteneva che tale gestione fosse di sua insindacabile pertinenza». Lo ha detto il senatore Piergiorgio Stiffoni, ex tesoriere del Carroccio a Palazzo Madama, nell'interrogatorio del 27 novembre scorso in Procura a Roma. Secondo l'accusa Stiffoni si sarebbe appropriato tra il 2008 e il 2009, dei contributi destinati al gruppo e da lui trasferiti su conti personali provocando un ammanco di oltre 995mila euro.

Ben 400mila euro investiti in titoli di Stato
Ben 400mila euro di contributi elettorali furono investiti dalla Lega Nord in titoli di Stato italiani, ha rivelato l'ex tesoriere del Carroccio al Senato Piergiorgio Stiffoni. «Il 14 giugno 2011 - ha fatto mettere a verbale Stiffoni, indagato per peculato - io ho trasferito la somma di 400mila euro dal conto n.10886 al conto n.9686; tale operazione era finalizzata all'acquisto di titoli di Stato italiani, come di fatto poi é avvenuto; di questa come di altre operazioni il presidente Bricolo era a conoscenza».

L'acquisto di "carte regalo"
Nel corso dell'atto istruttorio il senatore, espulso dalla Lega nell'aprile scorso, ricostruisce alcuni movimenti effettuati dai conti correnti da lui gestiti. «Il 29 novembre 2011 ho trasferito 50mila euro dal conto n.10886 a un conto intestato alla Media World per l'acquisto di "carte regalo" (duemila euro per i 25 senatori). «Ho fatto ciò - ha proseguito - su richiesta del presidente Bricolo, anche se la fattura è stata intestata a me, per non far figurare l'intestazione della Lega; i senatori hanno poi utilizzato la carta per l'acquisto di beni di consumo». Su queste operazioni i pm romani hanno già avviato un procedimento.

La segretaria: mai utilizzato i fondi per esigenze familiari
Nel corso dell'interrogatorio il senatore ha anche parlato della ex segretaria Maria Manuela Privitera, anche lei indagata per concorso in peculato e della gestione della contabilità a lei affidata. «Non ho mai utilizzato i fondi per esigenze familiari. L'ho detto perché mi sentivo sotto pressione». A chiusura dell'interrogatorio Stiffoni ha dichiarato anche che dal «14 dicembre 2011 e fino al 21 marzo 2012 ho corrisposto mensilmente ai vertici del gruppo somme in contanti come da promemoria che ho depositato; gli stessi rilasciavano quietanze, e tali ricevute dovrebbero essere custodite nell'amministrazione del gruppo; i soldi venivano materialmente erogati dalla Privitera».

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