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Questo articolo è stato pubblicato il 06 febbraio 2013 alle ore 07:22.

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La Commissione europea ha stanziato oltre 40 milioni di euro di aiuti per risanare gli scavi archeologici di Pompei, danneggiati dalle inondazioni dell'ottobre 2011 e da furti a ripetizione. Il commissario ai fondi regionali, Johannes Hahn, inaugura oggi i lavori che hanno l'obiettivo non solo di restaurare le rovine, ma anche di migliorare l'attrattività del sito, con un aumento dei visitatori e potenziali ricadute economiche per tutta la regione.

L'iniziativa delle autorità comunitarie, approvata dal collegio dei commissari nel marzo 2012, prevede finanziamenti per 41,8 milioni di euro. Il tentativo è duplice. Da un lato, i lavori serviranno a migliorare i livelli di sicurezza degli scavi, presi di mira dalla criminalità organizzata. Dall'altro, il programma prevede la costruzione di canalizzazioni, il restauro e la preservazione delle rovine, e la formazione del personale incaricato delle visite e della sorveglianza.

Gli scavi di Pompei hanno subito le intemperie in questi ultimi anni. Nel 2010, violenti temporali hanno provocato, tra le altre cose, il crollo dell'Armeria dei Gladiatori.
Secondo la Commissione, nel 1956 i siti di Pompei aperti al pubblico erano 64. Attualmente solo cinque possono essere visitati contemporaneamente, a causa dei danni subiti da molte rovine. Già nel 2000-2006 le autorità comunitarie avevano finanziato 22 progetti di restauro per un totale di 7,7 milioni di euro.

Annunciando ieri l'iniziativa della Commissione, il portavoce dell'esecutivo comunitario Olivier Bailly ha spiegato che l'obiettivo è anche di aumentare il numero di turisti che oggi visitano Pompei. Il tentativo è di portare il totale annuo da 2,3 milioni ad almeno 2,6 milioni entro il 2017, con positive ricadute economiche per tutta la regione. Nel 79 d.C. la località di Pompei fu ricoperta da uno spesso strato di cenere (oltre tre metri) sulla scia dell'eruzione del Vesuvio.

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