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Questo articolo è stato pubblicato il 05 febbraio 2013 alle ore 16:34.

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Siamo alle battute iniziali, ma il lavoro della procura di Roma sulla nuova vicenda Ior legata all'inchiesta del Monte dei Paschi di Siena sta entrando nel vivo. Stamattina il giornalista Paolo Mondani ha confermato il contenuto dell'articolo pubblicato sul Corriere: ci sarebbe del denaro confluito in almeno un conto Ior dalla banca del Fucino. Soldi che sarebbero direttamente riconducibili a personaggi legati all'acquisto di Antonveneta da parte di Mps. Questo e altri particolari sono stati forniti al procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi e ai sostituti Fava e Pesci.

Padre Lombardi: nessun fondo sospetto presso lo Ior
I tre magistrati hanno avviato un'indagine conoscitiva allo scopo di verificare eventuali profili legati al riciclaggio. È possibile che la procura romana possa disporre nuove audizioni. Il Vaticano tuttavia "esclude" che «dirigenti del Montepaschi abbiano avuto possesso di fondi presso lo Ior». Il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, smentisce le notizie in tal senso dopo aver già negato ieri che presso lo Ior avessero avuto luogo riunioni sulla questione Antonveneta-Mps. Lombardi ha aggiunto che «non solo non hanno mai avuto luogo le riunioni presso lo Ior sulla questione dell'Antonveneta» ma «si può anche escludere che dirigenti del Montepaschi abbiano avuto possesso di fondi presso lo Ior. Si deve infine far notare - aggiunge il portavoce vaticano - che i conti presso lo Ior hanno specifiche molto diverse da quelle dei presunti conti citati».

Nel 2010 un fascicolo per riciclaggio
Fu proprio Nello Rossi nel 2010 ad aprire un fascicolo per riciclaggio sullo Ior e ci sono dieci segnalazioni di operazioni sospette analizzate dall'Uif (ufficio di informazioni finanziarie) della Banca d'Italia. Nel registro degli indagati finì il presidente dello Ior, poi dimessosi, Ettore Gotti Tedeschi. Nei giorni scorsi Gotti Tedeschi è stato sentito per quasi cinque ore dagli inquirenti della procura di Siena. Sulla compravendita dell'Antonveneta tra Santander - di cui è a tutt'oggi rappresentante in Italia - e Mps sembra che il banchiere abbia detto «decise tutto Madrid». Ma il colloquio di cinque ore non si poteva esaurire su questa risposta. Quell'incontro con i pm di Siena sembra essere molto ricco di materiale investigativo, anche se il riserbo è enorme. Certo non si può escludere che anche su questo si sia avviato quello che è già stato definito dai magistrati «un cordialissimo dialogo» tra Roma e Siena per il fascicolo aperto nella capitale su omessa vigilanza e manipolazione del mercato sul caso Mps.

Il filone Sanmarinese
Intanto si è appreso che i magistrati della Procura di Siena che indagano sulla vicenda Mps hanno incontrato oggi i loro colleghi della Procura di Forli'. Secondo quanto trapelato da fonti investigative, i pm romagnoli hanno affidato ai colleghi senesi lo stralcio di una loro inchiesta del 2009 che coinvolgeva la Cassa di risparmio di San Marino e la filiale forlivese di Mps. All'epoca vennero emesse misure cautelari.

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