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Questo articolo è stato pubblicato il 06 febbraio 2013 alle ore 12:08.

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Il tallone di Achille di Silvio Berlusconi si chiama credibilità. Il primo ad esserne consapevole è lo stesso Cavaliere. Per questo continua a ripetere di aver mantenuto sempre gli impegni , di avere ottimi rapport con tutte le cancellerie europee, («tranne quella tedesca.»), per questo si mostra sicuro quando ,per giustificare la copertura per l'Imu ,da per fatto l'accordo con la Svizzera sul rientro dei capitali ed evita di dilungarsi troppo sulle conseguenze (a partire da quelle sul debito) che l'eventuale anticipo della Cassa depositi e prestiti provocherebbe.

Rimozione del passato e paura del futuro
Berlusconi deve convincere il suo elettorato, che è ancora lui l'unica ancora di salvezza contro il partito delle tasse del duo Monti-Bersani. Per farlo deve però mondarsi dal passato. Deve riuscire a cancellare l'idea che l'aumento della pressione fiscale, così come quello dei senza lavoro sia stato provocato dalla gestione del suo governo, dalle mancate riforme, dalla negazione prolungata della crisi. Ecco perchè l'ex premier continuamente snocciola i dati sul tasso di disoccupazione o sulla pressione fiscaledi un anno fa rispetto a quella attuale. Un confronto che serve a far passare l'idea che l'attuale peggioramento sia da addossare interamente al Professor e e a nessun altro,.

Lontani i tempi del cucù alla Merkel
Anche nel rapporto con l'Europa e con la Germani a ha ripetuto lo stesso leit motive. Accusa Monti di essersi sottomesso alla Merkel la dura cancelliera con cui il Cavaliere un tempo scherzava facendole cucù. Poco importa che che ad accettare il fiscal compact, il pareggio di bilancio anticipato fu lui stesso., o che lo spread avesse raggiunto il massimo storico. Ma gli italiani gli crederanno?

L'obiettivo è l'instabilità
A sentire i sondaggi pare proprio di sì. Con un dato però significativo che fa riflettere. Le intenzioni di voto verso il centrodestra, a partire dal Pdl, sono cresciute sensibilmente, non invece la fiducia in Silvio Berlusconi. Significa probabilmente che è più un voto di sfiducia verso i suoi avversari che di credito nei suoi confronti. Ma a Berlusconi non serve che gli credano tutti, basta quel tanto che non consenta a Bersani e Monti di governare potendo fare a meno di lui. Il Cavaliere punta sull'instabilità. Su un Pd che per sedersi a Palazzo Chigi abbia bisogno sia di Vendola che di Monti e quindi di una maggioranza destinata a implodere in tempi relativamente brevi. È questo il piano del Cavaliere. L'unico che gli può permettere di dire la sua e di farla pesare anche sulla scelta del futuro Capo dello Stato.

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