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Questo articolo è stato pubblicato il 07 febbraio 2013 alle ore 12:30.

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Il presidente del Consiglio, Mario Monti, auspica che i 27 giungano ad un accordo per un bilancio settennale dell'Unione Europea che sia «coerente con gli obiettivi della crescita e con quello dell'equità». Lo ha detto al suo arrivo a Bruxelles per il vertice Ue. Un compromesso è possibile? «Resta da vedere, teniamo molto alla qualità dei risultati in termini di equità e giustizia». (Redazione online)

di Lina Palmerini
Oggi e domani sono due giorni delicati per l'Europa alle prese con l'approvazione del budget ma sono davvero cruciali per Mario Monti che vedrà il riflesso della partita europea direttamente sulla campagna elettorale. Per quanto il premier abbia voluto mettere una distanza tra un negoziato europeo fatto in nome degli interessi del Paese e la sua corsa elettorale con Scelta civica, le due cose sono intrecciate e un successo del Professore a Bruxelles sarà un suo successo anche in casa.

Perchè ciò di cui i leader discuteranno nel Consiglio europeo di oggi e domani ha a che fare con risorse (per i prossimi sette anni) utilissime a mettere benzina nell'economia italiana soprattutto in agricoltura e nell'edilizia, soprattutto nel Mezzogiorno.

Monti: «Obiettivo 28 miliardi di fondi»
«Giocheremo in difesa, perchè l'accordo che si stava per chiudere a fine ottobre a Cipro era già un buon punto di arrivo», confida la più stretta collaboratrice Betti Olivi, da sempre a fianco del Professore anche negli anni di Bruxelles. Il "quasi-accordo" di cui parla Olivi è quello di fine ottobre quando l'Italia riuscì a strappare una quota di fondi pari a 28 miliardi di euro, circa due miliardi in più rispetto al precedente negoziato di sette anni fa (gestito dal Governo Berlusconi) che andranno ai fondi di coesione e ai fondi per l'agricoltura.

Dunque, l'obiettivo "ufficiale" di Monti è restare a quota 28 miliardi ma nell'entourage del Professore non si nasconde una speranza: quella di poter negoziare per l'Italia un rapporto contabile meno squilibrato con l'Europa. In pratica oggi il nostro Paese contribuisce alle casse Ue molto più di Gran Bretagna, Germania e Francia in rapporto alla sua ricchezza. Uno squilibrio che rischia di essere mantenuto intatto _ o addirittura peggiorare _ se il nuovo piano di Van Rompuy dovesse contenere dei tagli che sacrificano maggiormente la nostra posizione.

Fondi Ue: duello tra premier e cavaliere
I partiti, in altri tempi, si sarebbero disinteressati di portare il budget europeo in campagna elettorale se non fosse per due elementi chiave: l'appeal finora indiscusso di Monti a livello europeo; il peso che hanno assunto i fondi Ue in un'economia italiana bloccata soprattutto dopo i successi del ministro Barca che ha impresso una notevole accelerazione nell'uso delle risorse. Due fronti che soprattutto il Pdl vuole attaccare per demolire il Professore.

Ecco, se Monti strappasse un successo sulla ribalta Ue potrebbe giocarlo in casa opponendo i suoi risultati già incassati alle promesse del suo competitor Silvio Berlusconi.

Accordo Ue in vista ma pesa lo squilibrio italiano
Dunque, c'è da attendersi che il budget europeo, che mai la politica italiana ha fatto diventare tema di dibattito pubblico anche per nascondere le inefficienze colpevoli sullo spreco dei fondi Ue, diventerà un altro fronte di scontro politico in vista delle elezioni del 24 febbraio.

Le previsioni del summit, raccontate dal Financial Times di oggi che descrive un David Cameron più "disponibile", preannunciano un accordo. Ma la notizia potrebbe essere buona per l'Europa meno buona per l'Italia e per Monti se lo squilibrio restasse intatto o addirittura peggiorasse per colpa dei tagli chiesti da Cameron e (meno) da Merkel.

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