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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2013 alle ore 17:07.

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Ai rintocchi della mezzanotte, per i sondaggi scatterà l'ora finale fino al voto. Divieto di diffusione totale, con ogni mezzo e al di là del momento in cui si è saggiato l'orientamento degli italiani. In definitiva, anche se può apparire per certi paradossale, quel che emerge dalla previsione più aggiornata dei diversi istituti demoscopici è la conferma di una previsione già essenzialmente chiara (ai vertici dei partiti in primis) quando in Parlamento venne abbandonata ogni speranza di cambiare la legge elettorale: il Senato è il luogo dove si determineranno gli equilibri del futuro Parlamento. E qui, a poco più di due settimane dalle urne, i margini di incertezza sul prevalere di uno degli schieramenti sono tali da non consentire scenari "sicuri" per chicchessia.

L'incognita delle Regioni
Lombardia in primis, per via della sua popolosità, e poi a seguire Campania, Sicilia e Veneto registrano in vetta ora l'una ora l'altra colazione con soglie di vantaggio minime che, come detto, poco dicono sul risultato atteso di fine febbraio (sempre ammesso che si possa a tanta distanza). Fuori dubbio è solo la cavalcata di Berlusconi, unanimamente riconosciuta dai ricercatori. Decimale in più o in meno il Cavaliere è in rimonta (secondo alcuni il recupero si sarebbe però arrestato). Come annuncia oggi la rilevazione dell'Ipsos corredata da un'analisi di Roberto D'Alimonte sul Sole 24 Ore, il centro-sinistra risulta ancora primo (+6,6% su Bersani). Tuttavia Pdl&Co hanno dimezzato lo svantaggio in tre settimane, e questa prospettiva non può non agitare i sonni del centro-sinistra per l'eventualità, fattasi mano a mano più verosimile, di una vittoria zoppa a Palazzo Madama. È data essenzialmente per stabile l'alleanza centrista capeggiata dal premier uscente Monti. Chi invece sembra aver trovato nuovo mordente è Beppe Grillo, mentre per Rivoluzione civile di Ingroia potrebbero non aprirsi neppure le porte delle Camere, a causa del non raggiungimento del quorum necessario.

Se il vantaggio non fa la differenza
Esito delle elezioni ancora appeso, malgrado la coalizione di centro-sinistra sia avanti di oltre 7 punti, anche per Ispo-Corriere della Sera. Il nodo sono sempre i seggi al Senato, dove il premio è su base regionale, soprattutto per Lombardia (dove al momento è avanti il centro-destra) e la Sicilia, che potrebbe invece andare al centro-sinistra. Rispetto al mese scorso, si nota una crescita dei due schieramenti maggiori e di Grillo a scapito in prevalenza del centro montiano. A rischio infine Rivoluzione Civile, appena sopra il 4%, quorum minimo per portare dei parlamentari alla Camera.

La palma contesa del terzo posto
Le forze riunite intorno a Pier Luigi Bersani sono date al 34,1% dalla società Demos, dunque su di 5 punti e mezzo nei confronti del secondo piazzato, Silvio Berlusconi (che in ogni caso si avvicina toccando quota 28,6%). Sempre secondo Demos, Monti e Grillo sarebbero testa a testa per il terzo posto con il 16% dei consensi (le intenzioni di voto si riferiscono però soltanto alla Camera nel periodo 4-6 febbraio). Rivoluzione civile si aggiudica il 4% con una lieve flessione, lo 0,5%, rispetto alla settimana dal 17 al 22 gennaio.

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