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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2013 alle ore 07:41.

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La Corea del Nord ha confermato di avere effettuato nella notte con «pieno successo» il suo terzo test nucleare sotterraneo, usando cariche «miniaturizzate» ad alto potenziale. Tre ore prima del comunicato ufficiale un «sisma artificiale» di 5,1 gradi sulla scala Richter era stato rilevato nella penisola coreana dalla Us Geological Survey. Il ministero della Difesa russo ha stimato in oltre sette kilotoni, più della somma dei due precedenti test del 2006 e del 2009, il potenziale dell'ordigno fatto esplodere dai nordcoreani.

Secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap citando un funzionario del governo di Seul, Pyongyang avrebbe informato ieri Stati Uniti e Cina del proprio piano. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha definito il test «un atto altamente provocatorio» destinato a danneggiare la stabilità della regione. «Il pericolo posto dalle minacciose attività nordcoreane autorizza ulteriori rapide e credibili iniziative da parte della comunità internazionale. Gli Stati Uniti - ha proseguito Obama - continueranno a compiere i passi necessari a difedere se stessi e i propri alleati». Critiche al test di Pyong yang sono giunte anche dalla Cina, storico alleato della Corea del Nord, il cui ministero degli Esteri ha condannato fermamente la decisione di fare esplodere l'ordigno.

Anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha condannato il test: «Si tratta - si legge in una nota del suo portavoce - di una chiara e grave violazione delle risoluzioni adottate dal Consiglio di sicurezza». L'assemblea dell'Onu terrà oggi una riunione d'urgenza alle ore 9 di mattina di New York.

Il governo nordcoreano ha spiegato che il test è stato condotto per «difendere la sicurezza e sovranità del Paese di fronte all'atto feroce e ostile deciso dagli Stati Uniti», un riferimento alla decisione del Consiglio di sicurezza dell'Onu di imporre sanzioni su Pyongyang dopo il lancio, lo scorso dicembre, di un missile in violazione alle direttive del Palazzo di vetro. La stampa coreana normalmente incolpa gli Stati Uniti delle decisioni prese dalle Nazioni Unite.

Il test nordcoreano rientra in un pattern già visto in passato, quando un esperimento veniva preceduto da una serie di provocazioni meno gravi come i lanci di missili a medio e lungo raggio. Non solo. Agli analisti di politica estera non è sfuggito il fatto che il test di Pyongyang, proprio come accaduto nello scorso decennio, sia arrivato dopo gli avvicendamenti alla guida delle potenze confinanti: Cina, Giappone e Corea del Sud.

Il programma nucleare nordocoreano risale agli anni 70 quando per via delle difficoltà attraversate dal Paese i progressi furono però estremamente lenti. A una fase di maggiore sviluppo è poi seguita un'altra frenata tra il 1994 e il 2002 in base a un accordo di desistenza con gli Stati Uniti. Patto venuto meno dopo che nel 2002 Washington giunse alla conclusione che Pyongyang aveva iniziato a lavorare su un progetto per creare armi atomiche usando uranio arricchito al posto del plutonio messo al bando nell'accordo del 1994.

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