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Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2013 alle ore 11:40.

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«Non servono annunci e promesse, chiediamo interventi concreti e coraggiosi». Con queste parole, il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, è intervenuto oggi via telefono alla "Giornata della collera", organizzata a Milano dalle associazioni dei costruttori. «Il nostro - ha spiegato Squinzi - é un grido d'allarme per richiamare la politica al suo dovere di arrestare il declino e rilanciare la crescita. Dobbiamo ricostruire il Paese e lo si può fare solo con le imprese che sono un bene comune».

Crescita necessaria per difendere la democrazia
La crescita, ha aggiunto il leader degli industriali italiani, é «indispensabile per difendere la democrazia». «Le imprese meritano un sistema che le sostenga e non uno che le mortifica attraverso oneri non degni di uno stato civile». Da Squinzi, anche un plauso per l'iniziativa promossa dagli imprenditori del settore delle costruzioni: nel suo messaggio trasmesso in diretta al palazzo della Borsa di Milano, Squinzi ha sottolineato come «Lo stato d'animo delle imprese non può certo essere benevolo», ricordando che «la crisi ha bruciato miliardi di euro di Pil», al punto che «siamo 8 punti in meno rispetto al 2007«.

I troppi ritardi del "Sistema Italia"
Non solo: il sistema Italia «ha perso il 25% dell'attività manifatturiera, e il reddito procapite é tornato indietro di anni». Un quadro generale già grave ma ancora più penalizzante per il settore delle costruzioni che, come ha puntualizzato il presidente di Confindustria, «tra il 2008 e il 2012 ha perso 43 miliardi di ricavi».

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