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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2013 alle ore 11:24.

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È un mezzogiorno di fuoco oggi a Siena. I pubblici ministeri Aldo Natalini, Antonio Nastasi e Giuseppe Grosso, alle 12 saluteranno l'ex numero uno del Monte dei Paschi di Siena, Giuseppe Mussari, e cominceranno l'interrogatorio. Il secondo round di una sfida giudiziaria complicata, ricca di retroscena ancora ignoti, difficile per entrambe le parti.

Da un lato la tenacia dei pm di Siena che stanno scavando senza sosta nella clamorosa compravendita dell'Antonveneta da parte di Mps, nove miliardi di euro e una procedura piena di ombre e sospetti. Rintracciati e accertati dagli specialisti in reati economico-finanziari del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria guidati dal generale Giuseppe Bottillo: una lunga fila, forse ancora incompleta, di quelle che gli inquirenti chiamano, con un eufemismo, "anomalie". Vale a dire, in capo a Mps, nove miliardi per l'acquisizione di Antonveneta; un miliardo per Interbanca, restituito per compensazione con Abn Amro; sette miliardi per restituzione finanziamenti, comprensivi di interessi, a Santander, serviti al Monte per pagare i credi che Abn vantava nei confronti di Antonveneta. E, non ultimo in ordine di importanza, l'importo di 500 milioni per pagamento interessi alla banca spagnola, maturati tra la data dell'accordo, novembre 2007, e quella della stipula, marzo 2008.

Dall'altra parte il grande accusato, finora trinceratosi nel massimo riserbo tanto da scegliere di rinunciare a parlare nel primo incontro con i pm una decina di giorni fa. Tattica difensiva che oggi sembra improbabile: sarebbe molto più rischiosa. Mussari, del resto, si avvale di un avvocato storico del Monte, Fabio Pisillo, e di un luminare del diritto penale, Tullio Padovani, professore ordinario al Sant'Anna di Pisa. Le carte sono state studiate da giorni ma l'interrogatorio di oggi è una partita a scacchi, ogni mossa può essere decisiva. L'ultima novità è di ieri: la procura ha inviato a Mussari un nuovo avviso di garanzia con l'imputazione di concorso nel reato di ostacolo alla vigilanza della Banca d'Italia.

È una sorta dell'ordine del giorno dell'interrogatorio ma il tema può essere molto più vasto di quello che appare e gli sconfinamenti più che probabili. La linea di Mussari si fonda sul fatto di essere stato presidente del Monte senza deleghe operative: in questa visione le scelte più scabrose e devastanti per il bilancio della banca, come ha accertato la procura di Siena, non sarebbero state assunte dal numero uno Mps - nè ci sarebbe stata una qualche forma di responsabilità - ma dai livelli decisionali attuativi.

Così spunta un secondo duello, non ancora palese ma altrettanto se non più feroce e spietato, perché tra imputati: quello di Mussari con l'ex direttore generale, Antonio Vigni, a sua volta difeso da un altro professore famoso del diritto, Franco Coppi. Vigni è stato sentito più volte dagli inquirenti, sta collaborando. È nelle condizioni di fornire elementi decisivi. Possibile, dunque, che dopo quegli interrogatori i pm abbiano carte scottanti o comunque considerate di grande valore probatorio contro l'ex presidente del Monte.

Ci sono almeno due filoni da esplorare oggi con Mussari. L'operazione Fresh, un aumento di capitale da un miliardo di euro su azioni Mps riservato a JpMorgan, necessario per finanziare la compravendita di Antonveneta, che secondo gli inquirenti presenta Jpm come socio effettivo al mercato e alla Banca d'Italia quando invece non è così: una truffa, insomma. C'è poi l'operazione di finanza derivata Alexandria, quella considerata la "più spregiudicata" dall'accusa, che secondo i calcoli della Guardia di Finanza ha prodotto una perdita di 1,4 miliardi di euro nell'esercizio 2011 Mps. Di certo i pubblici ministeri di Siena oggi non molleranno la presa. Lo dimostra anche la decisione di non fermarsi di fronte al rifiuto di venire a Siena di un altro protagonista eccellente, il numero del Santander Emilio Botin. I tre giovani pm senesi hanno così deciso di andare loro a Madrid per sentire uno di più grandi banchieri d'Europa. E comprendere meglio i segreti della compravendita di Antonveneta.

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