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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2013 alle ore 10:47.

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Fede
È l'eredità più evidente del pontificato, quella in cima all'agenda. Ratzinger non ha finito la sua quarta enciclica, quella appunto sulla fede, che avrebbe completato il suo percorso dottrinale da Papa. Ma ha aperto l'anno della fede (che si concluderà a novembre), dedicato a «intensificare la riflessione sulla fede per aiutare tutti i credenti in Cristo a rendere più consapevole e a rinvigorire la loro adesione al Vangelo». Di questi argomenti il papa ha parlato anche nell'udienza di mercoledì scorso, quando ha ribattuto sulla "conversione", che significa non perseguire il proprio interesse personale. È una delle cifre del Pontificato ratzingeriano, che si declina nel rapporto fede-ragione e nella lotta al relativismo.

Abusi
Il papato che sta per concludersi ha certamente intensificato le iniziative volte a stroncare la spirale degli abusi sessuali, e soprattutto cercando di dare una regola forte interna per prevenire questi crimini. Ma il caso del cardinale Mahony sta rimettendo sotto i riflettori il tema.Spesso Ratzinger ha dovuto fronteggiare delle resistenze all'interno della Chiesa stessa, in continuità con un atteggiamento di scarsa (o nulla) trasparenza che ha dominato per decenni. Di questo i cardinali parleranno e discuteranno, specie quelli che arrivano da quei paesi dove questi fenomeni hanno avuto effetti devastanti, sia naturalmente per le vittime ma anche per il clero e i fedeli.

Dialogo
I rapporti interreligiosi hanno assunto negli ultimi anni un'importanza maggiore dell'inizio, in discontinuità con il pontificato wojtyliano. Ma dopo la vista in Terra Santa e i viaggi in Germania e Gran Bretagna, il dialogo interreligioso è tornato nella parta alta dell'agenda della Chiesa del futuro, e l'incontro di Assisi è stato certamente un salto in avanti. Il volto di una Chiesa dialogante (al contrario di quella fortemente identitaria) è un eredità che i cardinali raccolgono, così come l'avvio di un "foro" vero con i non credenti,come dimostra il Cortile dei Gentili del cardinale Ravasi.

Politica e finanze
Un tema strettamente legato alla riforma della Curia e l'agenda più terrena del futuro Papa. La Chiesa deve riaprire un dialogo vero con la Cina (che ribadisce il no alle interferenze vaticane) più nell'interesse della Curia che non di Pechino: con la nuova dirigenza appena eletta si aprono prospettive reali, ma serve da Roma una spinta che in questi anni è mancata. Un altro capitolo è senz'altro quello dei rapporti con l'Europa, dove le relazioni spesso risultano faticose e problematiche, come accaduto nel caso del crocefisso, ma anche sui più generali temi della famiglia (nozze gay) e la vita (concepimento e fine). Su questo terreno le criticità ci sono anche con gli Usa. Sul fronte economico, il rinnovo del vertice Ior accelera la necessità che si arrivi quanto prima ad una piena trasparenza delle finanze vaticane, così da ottenere un pieno riconoscimento internazionale che ancora manca. Ma questo potrà avvenire solo con una diretta imposizione del futuro Papa.

Rinuncia
L'uscita in vita di Joseph Ratzinger sarà forse il tema più complesso che i cardiali dovranno affrontare. Sia per la sua portata storica che per i riflessi che può avere sugli stessi capisaldi della dottrina. Infatti l'uscita del Papa è vista da qualche canonista come l'avvio di una riflessione (destinata forse a non concludersi mai) sul dogma dell'infallibilità papale, sancito da Pio IX.

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