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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2013 alle ore 09:52.

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Il mercato di carne equina finisce sotto i riflettori. Grazie ai dati elaborati dal quotidiano inglese TheGuardian abbiamo la conferma che l'Italia è il principale paese europeo importatore di carne equina. Il dato comprende anche asini, muli e bardotti, presumibilmente poco macellati.

La scandalo della carne equina ha avuto inizio l'8 febbraio (leggi la ricostruzione) quando in Irlanda The Food Safety Authority per primo ha trovato Dna di cavallo in un hamburger di manzo in confezioni Findus. L'azienda ha confermato.

Da allora ha avuto inizio una faticosa ricostruzione del numero di impianti di trasformazione di carne equina e dei rivenditori.

I dati Ue, però, sono fermi al 2008. Da allora nessun paese ha reso i propri dati a disposizione. Ci sono però numeri che riguardano la più ampia famiglia degli equidi, la famiglia tassonomica di cavalli e animali correlati. Quindi anche asini e così via.

I dati import-export
Nel 2012 in Italia sono stati importati 216mila quintali di carne - fresca, congelata o surgelata - , pari al 43% del totale Europa. Seguono Francia e Belgio, rispettivamente con 199mila e 66mila quintali.

Sul fronte dell'export ai primi tre posti troviamo Belgio, Polonia e Romania con 173mila, 96mila e 50mila quintali.

Tornando all'import l'Italia importa anche 21 quintali da Paesi non Ue. In questo caso primeggia il Belgio che con i suoi 159mila quintali raggiunge 225mila quintali totali e si avvicina molto ai 236mila importati dal nostro paese.

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