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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2013 alle ore 13:55.

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La palestra by Louise Veronica Ciccone aprirà le porte il 26 maggio a Roma, nei locali dell'ex teatro Colosseo. Primo centro europeo della catena Hard Candy Fitness, marchio fondato da Madonna e già presente a Città del Messico, Sidney, Mosca e Santiago del Cile.

Tre piani, 1.200 metri quadrati, intrattenimento e sport, yoga, pilates, cycling, fitness di gruppo, e via così. Ma soprattutto la possibilità di provare le tecniche di allenamento messe a punto dalla cantante e dalla sua trainer Nicole Winhoffer (che formerà gli istruttori). «Addicted to sweat» (dipendenti dal sudore? drogati di fatica? fate voi), slogan che è tutto un programma. Lo stesso programma che la pop star segue sei giorni a settimana per tenersi in forma. Il miglior manifesto è d'altra parte il suo fisico scolpito, che poco racconta dell'età avviata ai cinquantacinque.

Hard Candy (che trae nome dall'album del 2008) arriva in partnership con Dabliu, rete nazionale del fitness e del benessere che è licenziatario italiano del marchio fondato da Madonna, e si inserisce nel segmento premium: fascia medio-alta. «Quello che tiene più degli altri», commenta Fausto Placucci, dirigente dell'Unione del commercio di Milano. A dimostrazione, Virgin Active Italia, la catena di villaggi fitness del gruppo di Richard Branson, continua l'avanzata sul territorio nazionale. A marzo presenterà i risultati del 2012, nel quale ha aperto nuove sedi a Milano, Roma e Napoli (prima al Aud), dopo aver chiuso il 2011 con un fatturato di 90 milioni di euro e circa 1.700 dipendenti. Dal 2004 sono 25 i club inaugurati a marchio Virgin. « L'Italia – dice Placucci – rimane uno dei principali mercati europei per wellness e fitness».

Palestre, istituti di bellezza e centri benessere sono cresciuti del 3,1% nel 2012 (36.590 imprese). E la Lombardia – spiega la Camera di Commercio di Milano – è la più in forma (o presunta tale): con le strutture passate da 7.134 a 7.314: più 2,5 per cento. A Milano, l'aumento complessivo è dell'1,7% rispetto al 2011 ma, se consideriamo solo le palestre (246), è del 4 per cento. E a Roma, dove apre il centro di Madonna? Qui l'aumento generale è stato del 2,3% (2.586 imprese), con le palestre (179) prosperate dell'1,7% (mentre in Italia la variazione è stata "solo" dello 0,7%).

Tra servizi e sconti
Non tutto il fitness è lusso, però. «Negli ultimi anni sono nati in Italia tanti centri premium di grandi dimensioni», commenta Luca Mazzotti, consulente aziendale specializzato nel settore del fitness e autore del libro Business Fitness. «È vero che ad esempio a Milano quindici anni fa c'erano solo Conti e Contourella e oggi si contano anche Downtown, Fitness First, Get Fit, Virgin. Ma il mercato lascia spazio ai piccolo operatori: la chiave è centrare il posizionamento corretto».

Nelle grandi strutture non ci si va solo ad allenare negli scampoli di giornata lavorativa, ma si spende – sempre più spesso - anche il week end, come in un circolo. «C'è sicuramente un target sensibile ai servizi a 360 gradi, che consentono di trascorrere la giornata tra saune, piscine, sale wi-fi, bar e ristoranti. Ma – prosegue Mazzotti - c'è anche una larga fetta di clientela attenta soprattutto al prezzo e che ha spinto l'espansione delle catene low cost: diffuse così tanto da creare un sovraffollamento». Lì si combatte a colpi di offerta, si offrono sconti pazzeschi. «Se i centri più famosi possono giocare sul marchio, garanzia di un certo ambiente e di alti servizi, i piccoli possono investire sul carattere territoriale e tenere i prezzi bassi. Pur se il mercato, a livello di utenza, consente ancora margini, bisogna esser in grado di intercettare la domanda, con un business plan adatto. Senza inseguire per forza la strada percorsa, in una certa zona, da un altro operatore».

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