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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2013 alle ore 11:44.
L'ultimo giorno della campagna elettorale, prima della giornata del silenzio che precede l'apertura delle urne, è anche quello in cui ritornano slogan che hanno caratterizzato il confronto politico del passato. Tra questi, l'appartenenza a classi sociali diverse. Protagonisti dello scontro, in questo caso, Pier Luigi Bersani e Beppe Grillo. Il candidato premier del centro sinistra attacca l'ex comico, che oggi incontra i grillini in Piazza San Giovanni a Roma: «Io non sono un uomo solo al comando, mi sono messo in gioco, ho fatto le primarie con più di tre milioni di persone, giro per strada e guardo la gente in faccia. A differenza di Grillo che urla - sottolinea -, non scappo davanti a una domanda. Lasciamo stare perbacco: son figlio di un meccanico non sono un miliardario».
Agli operai Alenia: «Il Governo deve vigilare sulle grandi aziende»
Davanti ai cancelli di Thales Alenia Space, a Roma, Bersani affronta poi il tema delle relazioni industriali e del necessario "monitoraggio", da parte del Governo, sullo stato dell'Industria: «I governi devono avere un occhio sul sistema industriale, e non si tratta di protezionismo o di voler dirigere il traffico», spiega parlando agli operai, e sottolinea: «Su situazioni industriali come Fiat o Ilva il discorso che il Governo non c'entra non va bene». «Ci vuole un livello di diplomazia economica - spiega in un altro passaggio del suo intervento - che ti consenta di costruire collaborazioni in una dimensione anche vantaggiosa, di scambiare anche qualche figurina ogni tanto e non di farsele solo portare via le figurine: se faccio mente locale ai governi berlusconiani, insieme delle figurine tra noi e la Francia non ha girato» a nostro vantaggio. +
La procura di Roma apre un fascicolo sulla lettera Imu di Berlusconi
Se il leader del Pd concentra i suoi strali contro il Movimento cinque stelle, dall'altra parte Silvio Berlusconi attacca la sinistra («un'armata Brancaleone cattiva e spietata», afferma) e Monti («cattivo e amante del potere», dice il Cavaliere). Intanto la procura di Roma ha aperto un fascicolo intestato "atti relativi a", ossia privo di ipotesi di reato e di indagati, in merito al caso della lettera sul rimborso Imu, a firma Silvio Berlusconi, recapitata a numerosi cittadini. Il fascicolo ha preso spunto da un esposto del candidato alla Regione Lazio di Rc, Gianfranco Mascia.
Il Cavaliere aveva detto: «esempio di buona politica»
In mattinata, a "La telefonata" su Canale 5, il Cavaliere ha difeso la lettera che promette la restituzione dell'Imu 2012: «Esempio di buona politica», ha affermato. Berlusconi ha anche parlato di «reazione scomposta e brutale da parte dei nostri avversari». «Se, vincendo, non operassimo la restituzione dell'Imu - ha aggiunto il leader del Pdl -, ogni italiano con in mano quella mia lettera, impegnativa e formale, potrà farmi causa e chiedere i suoi soldi direttamente a me». Ma Bersani ha replicato: «Nella sua testa non distingue verità e menzogna. Berlusconi strizza l'occhio a chi non paga le tasse». Il segretario del Pd sottolinea che non ci saranno patrimoniali sulle rendite finanziarie, avverte che «su alcune cose non sono disposto a mediare» e - intervenendo ancora una volta su Grillo - spiega a Uno Mattina: «Io temo che il disagio possa portare al disastro. Quando dico scouting dei parlamentari eletti con Grillo non intendo compravendita di parlamentari come ha fatto Berlusconi, voglio dire che verificheremo se discuteranno dei problemi del Paese o aspetteranno gli ordini da fuori». Poi, questa volta al Forum dell'Ansa, Bersani nega che l'antipolitica sia stata presa "sotto gamba" dal Partito democratico. «Grillo è stato sottovalutato ma non da me, è da un bel pò che denunciavo questa disaffezione della gente. Perchè abbiamo fatto le primarie? Il Pd è stato l'unico a fare un gesto per riavvicinare la gente alla politica».
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