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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2013 alle ore 11:36.

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Padre Lombardi (Ansa)Padre Lombardi (Ansa)

Il Papa ha nominato monsignor Ettore Balestrero - attuale vice-ministro degli Esteri, prelato molto vicino ai cardinali Bertone e Piacenza - nunzio apostolico in Colombia. Al suo posto Benedetto XVI ha nominato il maltese Antoine Camilleri.

«Ho grande ammirazione per il gesto di papa Benedetto, un gesto limpido, puro, coraggioso che si verifica per la prima volta dopo secoli». Lo ha detto in un'intervista al Tg1 Padre Federico Lombardi, il direttore della sala stampa del Vaticano. «Sapevo che era un tema da lungo tempo pensato e riflettuto» dal Papa, come anche era già emerso nel libro-intervista Luce del mondo con Peter Seewald.

Padre Lombardi ha ribadito che la motivazione è legata alla «valutazione delle sue forze in rapporto alla missione e al servizio che gli viene richiesto. Lui solo ha la percezione fino in fondo delle sue forze in rapporto alle sfide» che un Papa deve affrontare. Padre Lombardi, nell'intervista ha sottolineato come il Papa abbia deciso di lasciare «proprio per il bene della Chiesa, vedendo che il servizio del successore di Pietro è qualcosa che va al di là di lui, è passato attraverso lui ma anche attraverso altri grandi pastori e passerà ad altri grandi pastori».

Il direttore della sala stampa vaticana ha raccontato anche la sua esperienza, la chiamata dal Papa a svolgere questo servizio sui rapporti con i media: «Sono stato assolutamente affascinato dalla sua umiltà, dalla sua gentilezza. Il rapporto ravvicinato con lui tocca molto profondamente: è attentissimo anche ad ascoltare quello che il suo interlocutore vuole dirgli, vuole veramente capire quello che l'altro ha da dirgli anche se immensamente inferiore, come potevo essere io. Con lui ci siamo sempre sentiti profondamente rispettati».

Tra gli episodi particolari del pontificato padre Lombardi ricorda il recente viaggio in Libano. «Io sono rimasto molto toccato e grato dalla chiarezza della decisione con cui non ha mai messo in dubbio il suo andare in Libano, nonostante la situazione in Medio Oriente in quei giorni, con la volontà di portare davvero un messaggio di pace».

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