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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2013 alle ore 16:39.
CITTÀ DEL VATICANO - Il Papa saluta i fedeli dalla finestra del Palazzo Apostolico e prepara l'ultima settimana di pontificato, piena di impegni e di passaggi difficili e spinosi. Proprio nelle ultime ore riesploso il caso del cardinale Keith O'Brien, che è stato accusato da tre sacerdoti e da un ex prete di aver tenuto, nel 1980, dei comportamenti «inappropriati», secondo quando riferito dall'Observer. Il Papa «è informato sul problema e la questione è ora nelle sue mani», ha detto oggi il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, mentre O'Brien ha respinto queste contestazioni.
O'Brien e Mahony, due cardinali sotto i riflettori
Il cardinale britannico, che dovrebbe andare in pensione il prossimo mese, è sempre stato un acceso critico del movimento gay, condannando l'omosessualità come immorale e i matrimoni gay come «pericolosi per la salute fisica, mentale e spirituale delle persone coinvolte». Il caso scozzese si somma a quello relativo al cardinale americano Roger Mahony, che ieri a Los Angeles ha risposto, sotto giuramento, per oltre tre ore e mezza alle domande sulla sua gestione della vicenda degli abusi sessuali di sacerdoti statunitensi ai danni di minori. «È rimasto calmo e in pieno controllo della situazione», ha detto, riporta oggi il Los Angeles Times, Anthony De Marco, avvocato che rappresenta un uomo che ha fatto causa all'arcidiocesi di Los Angeles per gli abusi che afferma di aver subito da un prete messicano, Nicholas Aguilar Rivera, che visitò la sua parrocchia nel 1987.
Ombre su alcuni elettori del nuovo Papa
Mahony ha testimoniato diverse volte in passato, ma l'interrogatorio condotto ieri è stato il primo avvenuto dopo che l'arcidiocesi di Los Angeles - ora guidata da monsignor Josè Gomez, un presule che arriva dalla prelatura dell'Opus Dei - ha pubblicato il 31 gennaio migliaia di files personali relativi a 122 sacerdoti accusati di molestie sessuali. Documenti, scrive il giornale californiano, che mostrerebbero come il cardinale avrebbe coperto i responsabili degli abusi. Su Mahony si sono addensate pressioni per non partecipare al Conclave - pressioni denunciate ieri dalla dura nota della Segreteria di Stato, che ha messo nel mirino anche buona parte dei media - ma il cardinale ha fatto sapere che è in partenza per Roma. Accanto a questo casi ci sono quelli ben noti relativi alle posizioni dei cardinale irlandese Brady e belga Daneels, che tuttavia - a quanto risulta - parteciperanno all'elezione del nuovo Papa.
Attesa per il Motu Proprio sui tempi del Conclave
Intanto domani l'agenda papale sarà molto piena. Sarà firmato il Motu Proprio con cui Benedetto XVI modificherà la costituzione apostolica Universi Dominici Gregis per permettere un inizio del Conclave in tempi più rapidi rispetto ai 15 giorni previsti dall'avvio della sede vacante (in questo caso, le 20.00 del 28 febbraio). Ma domani Benedetto XVI riceverà in udienza «alcuni cardinali», come dice il bollettino ufficiale della Santa Sede. In realtà di tratta dei tre porporati incaricati nell'aprile 2012 dal Papa di indagare sulla fuga dei documenti dai Sacri Palazzi - Herranz, De Giorgi e Tomko - che il 17 dicembre scorso gli hanno consegnato l'ormai celebre "dossier-choc" dove sarebbero contenute le ricostruzioni di scottanti vicende interne alle mura leonine di cui il caso-Gabriele (il maggiordomo condannato e poi perdonato) sarebbe solo la punta dell'iceberg. Il contenuto del dossier non sarà rivelato, visto è coperto dal segreto pontificio, ma il documento sarà consegnato dai tre cardinali al futuro Papa.
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