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Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2013 alle ore 11:18.

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Prende piede tra i "grillini" vittoriosi la voglia di metter mano alla legge elettorale, riforma incompiuta dell'ultima legislatura, nonostante il "no" del leader Beppe Grillo, che in un messaggio sul suo blog postato la scorsa notte profetizzava: «Faranno
un governissimo pdmenoelle-pdelle. Noi siamo l'ostacolo. Contro di noi non ce la possono più fare, che si mettano il cuore in pace. Potranno andare avanti ancora
7, 8 mesi a fare un disastro, ma cercheremo di tenerlo sotto controllo». Difficile, al momento, in un movimento cresciuto intorno all'"one man show" di Beppe Grillo, decifrare la forza di chi punta a cambiare il "Porcellum", ma le voci si moltiplicano.

Pizzarotti, sindaco di Parma, in prima fila
Come quella di Mara Mucci, imolese e seconda eletta alla camera in Emilia-Romagna che sottolinea: «Noi saremo assolutamente responsabili, bisogna fare delle scelte immediate, tra cui la riforma elettorale. Non c'é stabilità, non c'è la maggioranza e credo che su questo il Pd su debba essere in sintonia con noi». Sempre in Emilia, il sindaco di Parma e uomo simbolo del movimento, Federico Pizzarotti, auspica un'intesa tra le forze del nuovo parlamento per qualche riforma essenziale - come appunto le norme elettorali - prima di tornare alle elezioni. Non chiude all'ipotesi di fare una legge elettorale assieme al Pd anche la capolista al Senato Michela Montevecchi. «Tra di noi, all'interno del movimento, dialogheremo molto per riuscire a fare queste riforme», spiega Montevecchi commentando la presa di posizione del sindaco di Parma: «Sono d'accordo con Pizzarotti, bisogna fare la riforma della legge elettorale».

Priorità delle priorità
Anche il neo senatore del Movimento 5 Stelle, Giovanni Endrizzi, da Padova, inserisce tra le priorità la revisione della legge elettorale: «ma diremo no a riforme deformi». Un concetto ribadito, già alla vigilia del voto, anche dalla "grillina" campana Paola Nugnes: «Alleanze non ne faremo mai, ma se questo Governo deve durare sei mesi daremo sostegno alle idee che condividiamo. In particolare, per noi, non si può andare a casa senza aver fatto prima una nuova legge elettorale, senza aver ridotto il numero dei parlamentari, senza aver escluso i condannati». La prima senatrice sarda del Movimento 5 Stelle, Manuela Serra, insegnante di sostegno a Pula, si mostra contenta dello sbarco in Parlamento - «È una grande gioia per tutti, noi crediamo da anni in questo progetto», e conferma la necessità di cambiare il Porcellum: «La prima cosa da fare in Senato? Una legge elettorale come si deve».

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