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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2013 alle ore 07:17.

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I conti sono stati truccati per anni grazie anche all'aiuto di meccanismi finanziari e abbellimenti contabili operati su consiglio anche di banche d'affari americane.
In quella situazione scoppiano scandali di corruzione ed evasione fiscale come la lista Lagarde, composta da 2mila cittadini greci con conto corrente nella filiale HSBC di Ginevra.

Elezioni a maggio 2012: primo mandato a Samaras (Nea Dimokratia)
I due grandi partiti tradizionali - entrambi pro-austerità, spinti dai creditori internazionali a cercare una Grande coalizione - arrivarono, nel maggio 2012, solo a 149 seggi su 300, accerchiati dall'exploit della sinistra radicale e anti-memorandum (così era chiamato l'accordo che prevedeva aiuti in cambio di misure di austerità) di Syriza (16,78% dei voti, 52 seggi da un precedente misero 4,5%) e dalle formazioni minori, tra cui il partito filo-nazista Alba Dorata (6,97%, 21 seggi) che fu lasciato ai margini dei colloqui svolti dal leader di ND Antonis Samaras, primo classificato. L'ambizioso Samaras fu il primo a ricevere il mandato esplorativo, passandolo poi secondo la Costituzione ai leader che avevano, nell'ordine, preso meno voti di Nuova Democrazia, il socialista Evangelos Venizelos, secondo arrivato e Fotis Kouvelis, leader di Sinistra democratica.

Seconda volta alle urne il 17 giugno: il partito anti-Ue sfiora il 26,6%
Ma dopo una settimana, come previsto dalla Costituzione che dà due giorni di tempo a ognuno dei primi tre partiti, l'accordo non si trovò e il presidente della Repubblica, un vecchio partigiano della lotta anti-fascista, Karolos Papoulias, sancì il ritorno alle urne: il 17 giugno, con le cancellerie d'Europa e del mondo letteralmente col fiato sospeso (di nuovo, la vittoria degli anti-Ue avrebbe avuto un effetto sismico sull'Eurozona ed avrebbe probabilmente portato all'uscita di Atene dall'euro), i greci andarono a votare. E stavolta votarono non con la pancia (voto di protesta) ma con la ragione (voto per costruire) e fecero una scelta più decisa seppur di poco verso il fronte filo-europeo: 130 seggi andarono a Nd (30,6% e premio di maggioranza di 50 seggi), 33 al Pasok (12,50%), consegnando loro una maggioranza che è stata poi allargata a Sinistra democratica di Fotis Kouvelis con i suoi 16 deputati, cioè una Grande coalizione o gevernissimo. Syriza, e il suo giovane leader di estrema sinistra, Alexis Tsipras, (non è paragonabile ideologicamente al movimento di Grillo anche se ha svolto lo stesso ruolo), vissuto come terrore dei mercati e delle cancellerie europee, arrivò però a un clamoroso 26,56% dei consensi, con ben 71 seggi, a soli 4 punti da Nea Dimokratia.

Il governo (tecnico-politico) vara le misure di austerità
Questa è la maggioranza - che molti davano di vita breve - che ancora oggi sostiene il premier Samaras, nonostante il difficile varo delle misure di austerità che hanno consentito alla Grecia di ottenere i prestiti della comunità internazionale pari a 240 miliardi di euro, una ristrutturazione di 100 miliardi di euro del debito con perdite per la prima volta nell'eurozona del 74% sul valore nominale dei bond di un paese e un buyback di obbligazioni di 30 miliardi di euro. Dopo il voto e il varo delle misure di austerità la troika, composta da Bce, Ue e Fmi hanno dato il via libera alla tranche di aiuti da 50 miliardi di euro. In Italia naturalmente non c'è una Costituzione siffatta, né il presidente in carica può, come ora, sciogliere le Camere nel semestre bianco, cioè gli ultimi sei mesi di incarico. Ecco perché gli italiani dovranno trovare il loro modo personale per uscire dalla crisi politica in cui si sono cacciati.

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