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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2013 alle ore 20:26.

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Il voto ha prodotto una situazione complicata: i partiti devono dare risposte immediate o lo stallo esporrà l'Italia ad attacchi dei mercati. È il primo commento dopo le consultazioni rilasciato dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, alla Reuters.
«Bisogna dare risposte immediate e questo lo si può fare. Tornare a votare subito non avrebbe molto senso, sarebbe anche tecnicamente molto complicato in vista dell'elezione del presidente della Repubblica. Sicuramente non possiamo stare un mese sospesi con i mercati internazionali che si lancerebbero in ogni sorta di azione speculativa», ha detto Squinzi.

Bersani chieda la fiducia e vada avanti
Il presidente degli industriali ha ricordato che c'è un partito, il Pd, «che non è in grado di governare da solo. Chi crede nella necessità di fare delle cose che riportino il Paese alla crescita sostenga questo governo. È molto semplice, non c'è molto da fare». Insomma l'unica soluzione possibile è che Bersani chieda la fiducia e vada avanti con chi ci sta. «L'esito del voto - ha detto Squinzi alla Reuters - è complicato ma se si uniscono le forze positive di questo Paese, se ci si concentra sull'economia reale si può uscire» dall'impasse.

Il buon senso prevarrà
Secondo il numero uno di viale dell'Astronomia «il Pd, il Pdl, la coalizione di Mario Monti sono composti da tanta gente di buon senso e penso che alla fine il buon senso prevarrà». Probabilmente il nuovo Esecutivo non durerà tutta la legislatura, come è opinione diffusa, «ma non mettiamo limiti alla provvidenza», ha detto Squinzi.

L'Italia non è l'anello debole della zona euro
«Non vedo l'Italia - ha detto poi Squinzi - come elemento destabilizzante dell'euro. I mercati non possono prescindere dalla potenzialità della nostra economia. Nel 2012 la bilancia commerciale italiana è stata positiva per 11 miliardi». Il presidente degli industriali ha ricordato che la «speculazione ci può aggredire ma non può dimenticare che continuiamo a generare risparmio, che il nostro debito privato sommato al debito pubblico è tra i migliori in Europa. La tempesta perfetta [del 2011] si potrebbe riprodurre se anche altri Paesi andassero in crisi come la Francia». E sull'idea che l'euro sia al momento troppo forte per la competitività delle imprese italiane Squinzi ha detto: «Non credo che l'euro si possa definire forte. Il rapporto di cambio è abbastanza rappresentativo delle forze in campo. Non credo alle guerre valutarie perché durano poco e poi i mercati ritrovano i loro equilibri».

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