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Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2013 alle ore 20:27.

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Regione Friuli Venezia Giulia (Fotogramma)Regione Friuli Venezia Giulia (Fotogramma)

Oltre un terzo dei consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia è indagato per peculato, quando al voto per il rinnovo del Consiglio regionale mancano un mese e venti giorni.
Dopo settimane di attesa, l'inchiesta della Procura della Repubblica di Trieste ha prodotto i primi avvisi di garanzia per oltre venti dei 59 eletti che compongono oggi il Consiglio regionale.

Dalla Procura sono filtrati nei scorsi giorni alcuni dei più eclatanti rimborsi rendicontati - dalla spesa in pescheria all'acquisto di una pistola - ma non i partiti di appartenenza degli indagati. Il terreno su cui indagano i magistrati è delicato, anche perché molti dei consiglieri uscenti cercano la conferma alle prossime elezioni, e tra sedici giorni vanno chiuse le liste dei candidati.

L'indagine della Procura - a cui si affianca un'inchiesta della Procura della Corte dei conti - è partita negli scorsi mesi: a dicembre la Guardia di Finanza si è presentata a palazzo del consiglio regionale e ha acquisito un'ampia documentazione di scontrini e rendiconti delle spese di rappresentanza sostenute dai consiglieri: nel 2011 il fondo per queste spese valeva - per tutti i gruppi - ben 885 mila euro: in media 15 mila euro di spese per ogni consigliere.

Tra le spese di rappresentanza più insolite i magistrati hanno trovato gli scontrini di una discoteca della riviera triestina, quelli di un acquisto in macelleria e di un 'trenò di pneumatici da neve. «L'attenzione della Procura - ha affermato il procuratore generale della Procura di Trieste, Michele Dalla Costa - si è ovviamente orientata su spese che non potrebbero essere appuntate come spese di rappresentanza o di funzionamento dei gruppi consiliari. I consiglieri regionali indagati - ha proseguito - saranno sentiti solo qualora il magistrato avrà la necessità di contestare loro dei fatti specifici. Al momento nessuno sa ufficialmente di essere indagato».

Il caso scuote l'arco politico che si appresta alla campagna elettorale: oggi il presidente della giunta, Renzo Tondo (Pdl), ha proposto di azzerare i fondi ai gruppi nella prossima legislatura, in attesa di un regolamento chiaro. Lo sfidante di Tondo, l'europarlamentare Debora Serracchiani (Pd), ha già annunciato il suo impegno affinché sulle liste del Pd non ci sia un'ombra, e domani annuncia i provvedimenti sui costi della politica. A guardare in silenzio, ma probabilmente a guadagnare consensi, c'è invece il candidato presidente del Movimento 5 Stelle, Saverio Galluccio.

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