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Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2013 alle ore 16:22.

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In Francia lo paragonano a Coluche, il comico francese che nel 1980 annunciò di volersi candidare alle elezioni presidenziali. Ma Beppe Grillo, contrariamente a Coluche, non ha fatto retromarcia, è stato eletto e ora non fa più tanto ridere, anche se Economist, Newsweek e molti altri media – oltre a politici come il leader dell'opposizione tedesca Peer Steinbrueck - non resistono alla voglia di chiamarlo pagliaccio (insieme a Silvio Berlusconi).

"L'Europa sospesa alle scelte di Beppe Grillo", ha titolato Le Monde, mettendo in evidenza l'enorme potere che ora ha "il Coluche italiano", "solo vero vincitore" delle elezioni italiane.
"E' un sessantenne con la tignazza sale e pepe, un comico, che mette in pericolo – ancora una volta – l'eurozona". Grillo "ha in mano le chiavi dell'avvenire della Penisola" e quindi quelle della stabilità europea. "Cosa farà per quei 9 milioni di elettori sedotti dal suo discorso anti-euro, anti-rigore, anti-Merkel?". "A Berlino, l'inquietudine aumenta di fronte alla collera anti-euro dei cittadini". Le Monde si sforza, in altri articoli, di attenuare il messaggio anti-europeo di Grillo: il no all'austerità "non significa un rifiuto dell'Europa".

Ma Grillo è visto come un populista e il populismo spaventa. "Sconosciuto fino a ieri, il populista Beppe Grillo è diventato di colpo, per via della forza delle urne, il padrone virtuale d'Europa", scrive su Les Echos Roger-Pol Droit, in un commento intitolato "Beppe Grillo o lo sgretolamento dello Stato". Il voto indica che un elettore su quattro diffida delle élites e preferisce votare per "gente vera". "Lo Stato si trova malridotto: tra lui e il popolo la diffidenza cresce".

Su Les Echos nei giorni scorsi, un ritratto di Grillo lo ha descritto come "uno scocciatore" che porta bene il nome di "ex comico" poiché "non diverte più affatto gli europei, persuasi fino ad ora che gli italiani avrebbero visto nel Movimento Cinque Stelle nient'altro che un partito da ridere". Il suo tsunami tour è definito "una campagna isterica" e si vede che l'editorialista Sabine Delanglade non lo ha in simpatia: "Il suo slogan è ‘Cacciateli tutti'. Lui è appena entrato, ahimè".

"Grillo è un po' superato dal suo successo", dice al Nouvel Observateur il politologo Marc Lazar. Nei confronti dei suoi sostenitori, Grillo è "molto autoritario", uno che rivendica la democrazia diretta ma si comporta come "un piccolo capo" per non dire "un piccolo dittatore" nel suo movimento. "Il suo movimento si agita e forse avrà difficoltà a controllare i suoi parlamentari che sono in generale molto giovani e suscettibili di essere sensibili alle proposte di Pier Luigi Bersani".

Le Figaro

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