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Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2013 alle ore 15:16.

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Matteo Renzi e Massimo D'AlemaMatteo Renzi e Massimo D'Alema

«Bersani ha perso, ma non lo pugnalo alle spalle». Grillo? Inseguirlo sul suo terreno è «sbagliato e dannoso». Sono solo due pillole del "Renzi-pensiero", che il sindaco di Firenze sta mettendo nero su bianco nella sua newsletter settimanale. E che contribuiscono, in primis, a delineare la sua strategia nei confronti del M5S.

Dichiarazioni, quelle di Renzi, che arrivano dopo lunghi giorni di silenzio post elettorale, e che puntano a rispondere alle indiscrezioni della stampa sulla sua presunta disponibilità a scendere in campo come premier. Non come leader di una coalizione di centrosinistra, bensì come capo di uno schieramento più ampio che abbracci - oltre ai democratici - anche Grillo e Berlusconi.

«Ho evitato di fare dichiarazioni dopo il voto - spiega il sindaco nella sua replica - perché non volevo finire nel festival di chi la spara più grossa e nei pastoni degli addetti ai lavori. Adesso leggo incredibili interpretazioni, ricostruzioni, commenti». «A forza di stare zitto, però, mi attribuiscono di tutto - incalza -. Intrighi, progetti, desideri. In attesa che qualcuno scriva della mia candidatura al prossimo conclave, allora, torno alle Enews, per dire ciò che penso davvero».
Leggiamolo dunque tra righe il Renzi-pensiero.

Nella sua newsletter, innanzitutto, il sindaco di Firenze scrive che non intende partecipare a «caminetti», ma si dice «pronto a partecipare a una discussione vera su quello che serve al Paese». «Ma se devo andare ai caminetti di partito sulle indiscrezioni della stampa o a partecipare al festivalbar delle candidature, beh, scusate, ma da queste parti abbiamo da lavorare. Mentre a Roma si discute, nelle città si affrontano i problemi, dalle emergenze occupazionali fino alle buche nelle strade».

Renzi replica a D'Alema: Grillo? Non usiamo schemi vecchi
E veniamo al punto clou, ovvero come confrontarsi, come fare i conti con il nuovo fenomeno dei grillini restituito agli italiani dalle urne. «Pensiamo di uscirne vivi offrendo a Grillo la Camera e a Berlusconi il Senato, secondo gli schemi che hanno già fallito in passato?». È l'interrogativo che il sindaco di Firenze lancia sulla sua newsletter, replicando così alla sortita di Massimo D'Alema che ieri, a un giornale, aveva parlato dell'ipotesi di riservare cariche istituzionali a M5s e Pdl.

Innanzitutto, spiega Renzi, «trovo sbagliato e dannoso inseguire Beppe Grillo sul suo terreno, quello delle dichiarazioni ad effetto. Quello della frase di tutti i giorni. Tanto lui cambia idea su tutto, la storia di questi ultimi 30 anni lo dimostra. Grillo non va rincorso, va sfidato. Sulle cose di cui parla, spesso senza conoscerle».

«Vogliamo riflettere sull'utilizzo della rete in politica? Bene, il nostro Comune - dichiara il primo cittadino di Firenze - è un Comune che è leader negli open data. Ne parliamo? Vogliamo parlare delle donne in politica? Bene, noi abbiamo la maggioranza di donne in giunta: altrove cacciano le assessore se rimangono incinta. Ne parliamo? Vogliamo parlare di innovazione ambientale? Bene, noi abbiamo fatto il primo piano strutturale a volumi zero, senza mattoni, di una grande città. Ne parliamo?»

Elezioni: niente giri di parole, le abbiamo perse
C'è poi un altro tema di fondo, quello delle elezioni: «Niente giri di parole: il centrosinistra le ha perse. La vittoria numerica alla Camera non è sufficiente e lo sappiamo. E non si dica: «Ah, gli italiani si sono fatti abbindolare, non ci hanno capito, come ha detto qualche solone dei nostri in tv nelle ore della débacle. Gli italiani capiscono benissimo i politici: casomai non sempre accade il contrario», scrive il sindaco di Firenze nella sua newsletter.

Ma Renzi su Facebook torna a smentire con ancora piu' forza un suo possibile coinvolgimento nell'attuale fase politica, come ipotizzato oggi da qualche organo di stampa.
«Mettiamola cosi' allora -spiega il rottamatore- quello che volevamo per l'Italia lo abbiamo proposto alle primarie: dagli Stati Uniti d'Europa fino all'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, noi ci abbiamo messo la faccia, presentando un progetto serio. Ho perso le primarie».

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