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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2013 alle ore 09:49.

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Silvio Berlusconi con Sergio de Gregorio (Emblema)Silvio Berlusconi con Sergio de Gregorio (Emblema)

La scia dei soldi, l'ombra della camorra e l'interesse degli Usa nella caduta del Governo Prodi. Molti sono gli spunti investigativi che l'inchiesta, in cui sono indagati per corruzione e finanziamento illecito ai partiti Silvio Berlusconi, Sergio De Gregorio e il faccendiere Valter Lavitola, offre per la ricostruzione della compravendita dei senatori tra il 2006 e il 2008. I pm sono sulle tracce dei due milioni di euro in nero consegnati all'ex senatore dipietrista, denaro «in origine proveniente da società di capitali del Gruppo Berlusconi in via di individuazione concreta» e transitato «attraverso altre società anch'esse in via di individuazione».

Una ricostruzione che, se fosse confermata, potrebbe aprire inediti scenari investigativi e portare a nuove contestazioni di reato. Ma che comunque viene fermamente negata, nel suo complesso, dall'avvocato del Cavaliere. «Un milione – ha detto Niccolò Ghedini – è stato dichiarato con un regolare contratto depositato alla Camera e al Senato. Da dove arrivino gli altri due milioni questo non lo sappiamo. De Gregorio dice che glieli ha dati Lavitola, ma quest'ultimo nega». Gli accertamenti sui conti correnti del parlamentare hanno dimostrato, scrive il perito dell'accusa, «un movimento di contanti più ampio di quello oggetto della ricerca di riscontro», pari ad almeno 4 milioni. Le movimentazioni bancarie del parlamentare hanno interessato negli anni una «vasta platea di soggetti» in entrata e in uscita: oltre allo stesso Berlusconi ci sono imprenditori, faccendieri e «soggetti vicini alla criminalità organizzata, terminali economici di associazioni di stampo camorristico operanti nella città di Napoli».

Altro filone di approfondimento riguarda, invece, la circostanza che alla caduta dell'esecutivo del Professore fossero interessati anche ambienti statunitensi. Lo racconta De Gregorio in un interrogatorio quando riferisce dell'incontro con Del l'Utri per avere un aiuto per il suo futuro lontano dalla politica: voleva diventare produttore cinematografico e lavorare con Medusa. «Gli feci leggere un appunto… del mio intervento con gli americani per mandare a casa Prodi». Agli atti dell'inchiesta, tornata a Napoli da Roma su decisione del pg della Cassazione, c'è anche il verbale della storica segretaria di De Gregorio che ha riferito ai pm di aver lei stessa aiutato economicamente, con i risparmi dell'anziana madre, il parlamentare in perenne ricerca di denaro fresco per mantenere le sue imponenti uscite economiche.

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