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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2013 alle ore 19:05.

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Il senatore Sergio De Gregorio nell'aula del Senato (Ansa)Il senatore Sergio De Gregorio nell'aula del Senato (Ansa)

«Mi oppongo con indignazione alla volontà di lasciare immaginare che un atto federativo tra Forza Italia e Italiani nel Mondo, che riceve la dignità di partecipazione a pari livello nella CdL, ottenendo un finanziamento dal principale partito per le elezioni amministrative, come avviene in tutte le coalizioni, possa essere trasformato in un inciucio giudiziario. Ai magistrati di Napoli dirò che stavolta hanno preso un granchio». Commentava così, il senatore Sergio De Gregorio, la prima inchiesta che lo vedeva indagato insieme a Silvio Berlusconi per la compravendita dei parlamentari. Cinque anni dopo quella dichiarazione, l'ex presidente della commissione Difesa è oggi il principale teste d'accusa contro il Cav (e se stesso) in un'indagine che si prospetta ricca di colpi di scena.

I contatti con gli Usa e con gli arabi. Ex giornalista d'assalto, autore di memorabili scoop (dice lui), come l'intervista in crociera al pentito di mafia Tommaso Buscetta, De Gregorio è buon amico degli Usa (ai pm ha raccontato di aver incontrato l'ambasciatore americano in Italia Ronald Spogli per far passare la mozione parlamentare di rafforzare il contingente militare in Afghanistan) e uomo di relazioni ai massimi livelli.

Il 16 marzo finirà ai domiciliari. Quella per corruzione e finanziamento illecito ai partiti è solo l'ultima indagine, in ordine di tempo, a carico del giornalista prestato alla politica. Il 16 marzo prossimo, scaduto il mandato parlamentare, finirà ai domiciliari nell'ambito dell'indagine per truffa e false fatturazioni per i fondi per l'editoria, in cui è coinvolto insieme a Valter Lavitola.

La svendita delle caserme alla Ndrangheta. Nel 2008 è la procura antimafia di Reggio Calabria a metterlo sott'inchiesta per concorso esterno in associazione camorristica e riciclaggio. Le fonti di prova del fascicolo sono alcune foto in cui De Gregorio, partecipando a un evento pubblico in città, viene ritratto insieme ad alcuni presunti esponenti della ‘Ndrangheta. La Procura ipotizza che, da presidente della commissione Difesa, De Gregorio stia trattando la svendita di alcune caserme a prestanome della mafia reggina. Tutto falso. Tutta una montatura. Sarà lo stesso pm a chiedere l'archiviazione dopo qualche mese.

Il senatore sotto usura. Ancora prima, nel 2007, sono i pm Antimafia di Napoli a iscriverlo nel registro degli indagati per riciclaggio e favoreggiamento della camorra. Nell'appartamento di un vecchio contrabbandiere di Marano (Napoli), la Finanza aveva trovato un assegno a firma di De Gregorio. Il gip, il Riesame e la Cassazione hanno rigettato, in successione, la richiesta d'arresto in carcere avanzata dai magistrati nei suoi confronti. De Gregorio è sotto usura e quell'assegno è a garanzia dei prestiti ottenuti dal contrabbandiere.

Questo è il ritratto dell'uomo fatto da un suo ex collaboratore: «Non ha alcuno scrupolo sull'origine dei soldi che incamera, in verità se ne frega. Diciamo che ha una sorta di delirio di onnipotenza ed ha una sconfinata autostima…».

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