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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2013 alle ore 17:55.

La peculiarità della Grecia, inoltre, sta proprio nel fatto che rimane un'eccezione nel panorama europeo. Se guardiamo al resto del continente, vediamo che ali estreme, di destra e di sinistra, per il momento non hanno realizzato progressi clamorosi, nemmeno in Paesi gravemente colpiti dalla crisi come il Portogallo, l'Italia e la Spagna.
In Spagna, dove la disoccupazione giovanile ormai supera il 50 per cento, la grande novità politica è l'ascesa del nazionalismo catalano. È un fenomeno grave, che mette a rischio l'unità del Paese, ma non è certo da equiparare a una rinascita del franchismo o dei movimenti anarchici degli anni 30.
I separatisti italiani della Lega Nord sono spuntati fuori ben prima della crisi economica, ma alle ultime elezioni non hanno ottenuto un buon risultato. La nuova potenza della politica italiana è Grillo e il suo movimento, che ha uno stile politico ben diverso da quello dei fascisti italiani. Mussolini era militarista e pomposo, mentre il marchio di fabbrica di Grillo è l'umorismo e l'informalità. È vero che mette alla berlina il Parlamento italiano e la classe politica, ma non ha mai rigettato la democrazia in quanto sistema.
La realtà è che gli europei dei nostri giorni sembrano più propensi a reagire alle avversità votando per un commediante che per un fascista. In Islanda, dove l'economia è uscita devastata da una crisi finanziaria, i cittadini hanno eletto sindaco della capitale, Reykjavík, un comico di cabaret, Jón Gnarr: tra i punti del suo programma politico, un Parlamento senza droghe entro i prossimi dieci anni.
La capacità dei comici di combinare rabbia e umorismo politicamente funziona, quando il futuro appare cupo. E poi i comici hanno la libertà di fare proposte non convenzionali, sovvertendo la tradizionale pomposità della politica. Grillo ha promesso di tagliare gli stipendi dei politici, di rendere internet più veloce e di creare più piste ciclabili.
Il problema per quei politici che irrompono sulla scena indossando le vesti del pagliaccio che dice come stanno veramente le cose sta nel fatto che esercitare concretamente il potere costringe a fare delle scelte che non fanno ridere per niente. Forse è anche per questo che Grillo al momento rifiuta qualsiasi proposta di dar vita a un Governo di coalizione.
Dove ha conquistato il potere, a livello locale, il suo Movimento 5 Stelle ha governato con pragmatismo. A Parma i seguaci di Grillo si sono trovati a gestire una città oberata di debiti e hanno risposto rifinanziando il debito e approvando tagli della spesa. Anche a Reykjavík il sindaco cabarettista è stato costretto a tagliare posti di lavoro e aumentare le tasse.
Sul piano nazionale, al contrario, le proposte di Grillo per risolvere la crisi economica sembrano molto più radicali: dice che bisogna smettere di pagare gli interessi sull'enorme debito pubblico italiano e accarezza l'idea di un'uscita dell'Italia dall'euro. Quasi tutti i politici convenzionali liquidano queste idee come battute malriuscite. Ma se non troveranno una via d'uscita un po' più attraente di altri cinque anni di austerità, potrebbero essere Grillo e i suoi imitatori a ridere per ultimi in Italia.
(Traduzione di Fabio Galimberti)
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