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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2013 alle ore 13:46.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano prende atto che difficoltà di vario genere «non consentono una anticipazione della data di convocazione delle Camere, già fissata per venerdì 15 marzo», e abbandona il progetto di riunire il Parlamento tre giorni prima di questa data, martedì 12 marzo. Tempi confermati, dunque, che comunque, sottolinea una nota diffusa oggi dal Quirinale, lasciano ancora «un ampio spazio per una proficua fase preparatoria delle consultazioni del capo dello Stato per la formazione del governo».
«Nel ringraziare la magistratura per lo sforzo di celerità compiuto negli adempimenti di sua competenza relativi alla verifica dei risultati elettorali - prosegue la nota - il presidente della Repubblica confida che le operazioni relative all'insediamento delle Camere e alla costituzione dei gruppi parlamentari si svolgano con la massima sollecitudine possibile».
Barroso a Napolitano: integrazione Ue, fiducia a ruolo dell'Italia
Intanto il Capo dello Stato ha avuto una conversazione telefonica con il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso. Barroso, informa il Quirinale, «ha riaffermato la sua piena fiducia nel ruolo dell'Italia nel processo di integrazione europea». Al centro del colloquio le prossime scadenze a livello europeo. In particolare, il presidente Barroso ha messo al corrente Napolitano sui seguiti del recente Consiglio europeo in materia di bilancio e del futuro quadro finanziario multiannuale dell'Unione.
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