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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2013 alle ore 18:40.

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Il pm della procura della Repubblica di Taranto ha chiesto la condanna alla pena dell'ergastolo per Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano, al termine della requisitoria nel processo davanti alla Corte d'Assise per l'omicidio della 15enne Sarah Scazzi, uccisa il 26 agosto del 2010 ad Avetrana.

Nove anni di reclusione è, invece, la condanna chiesta dalla Procura di Taranto per Michele Misseri, accusato di aver nascosto il cadavere della nipote Sarah Scazzi gettandolo in un pozzo.

Si è conclusa poco fa la lunga requisitoria del pm della Procura di Taranto, Mariano Buccoliero, al processo in Corte di Assise per il delitto di Sarah Scazzi. Ora, dopo una breve pausa, sta intervenendo il procuratore aggiunto Pietro Argentino che incentrerà la sua requisitoria sulla posizione di alcuni imputati minori, tra i quali l'ex legale di Sabrina Misseri, l'avvocato Vito Russo, e i parenti e gli amici del fioraio Giovanni Buccolieri, l'uomo che prma disse di aver visto la scena del rapimento di Sarah da parte della zia Cosima Serrano e poi ritrattò dicendo che si era trattato di un sogno.

La divisione dei compiti per nascondere il cadavere
«C'è stata - ha spiegato il Pm - una distribuzione dei compiti tra i tre responsabili della soppressione del cadavere: Michele Misseri, Carmine Misseri e Cosimo Cosma. Solo in questo modo si può giustificare il fatto che Michele si trovi di nuovo ad Avetrana alle 15,45, dopo essere stato al pozzo». Il pm si è riservato di presentare una memoria scritta prima che la Corte si ritiri in Camera di consiglio. La prossima settimana, dopo le richieste di condanna che saranno formulate stasera, toccherà alle arringhe degli avvocati difensori.

Le due telefonate a Michele
Inoltre il pm ha evidenziato le due versioni fornite da Cosma all'autorità giudiziaria in quanto in un primo tempo disse di essere rimasto in campagna, in contrada Cinfarosa, dal primo pomeriggio fino alle 21, poi, messo di fronte ai tabulati, ammise di essere rimasto a casa, in un'altra contrada, non lontano dal pozzo, fino alle 18,45. Fu in quel momento che gli arrivò un'altra telefonata di Michele cui seguì poco dopo le 19 una sua telefonata allo zio. «Il racconto di Cosimo Cosma - ha sottolineato il pm - è totalmente falso. Cosma non era con la moglie quel pomeriggio e ha fornito un alibi che non regge e che serviva a dimostrare che non era in casa quel pomeriggio». Quindi ha concluso il pm «sia Misseri che Cosimo Cosma hanno fornito all'autorità giudiziaria un alibi smentito su tutta la linea grazie a intercettazioni ambientali e telefoniche e ai tabulati».

Sabrina umiliata da Ivano
«Da parte di Sabrina Misseri non vi era solo il risentimento verso la cugina per aver rivelato un sms di Ivano» e anche per aver riferito al fratello Claudio Scazzi del rapporto sessuale tra Sabrina e lo stesso Ivano che aveva causato la reazione stizzita di quest'ultimo, ma era arrabbiata anche «per essere stata umiliata da Ivano in presenza di quella che ormai considerava una rivale». Lo ha detto il procuratore aggiunto del Tribunale di Taranto, Pietro Argentino, durante la requisitoria. Secondo il procuratore, che ha condotto le indagini e ha partecipato al dibattimento insieme al pm Mariano Buccoliero, «Sabrina Misseri cerca sempre di attenuare quello che Sarah avrebbe potuto ancora dire sul suo conto».

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