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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2013 alle ore 13:59.

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Il governo Samaras ha avviato le procedure per identificare e quindi licenziare circa 8mila statali colpevoli di aver violato il codice di condotta o di aver usato una falsa documentazione per ottenere il posto di lavoro. Compito non difficile visto che le pratiche per ottenere un posto nel pubblico impiego era diventato, negli anni 2000 una sorta di sport nazionale al pari dell'evasione fiscale.

Successivamente i rappresentanti della troika incontreranno il ministro del Lavoro, Yannis Vroutsis, per discutere con lui le modifiche da apportare al sistema dei contributi previdenziali e il nuovo sistema di definizione dello stipendio base nel settore privato. Per quest'ultimo in alcuni ambienti governativi si teme che la troika tornerà a chiedere un'ulteriore riduzione degli stipendi base per rilanciare la competitività del Paese. Nel mirino dei segugi della troika ci sono gli stipendi e i bonus delle aziende a partecipazione statale che finora sono rimasti fuori dai tagli perché formalmente sono sotto il diritto privato e non hanno subito la scure dei tagli sui salari e pensioni che invece ha colpito i dipendenti pubblici a tutti gli effetti. Naturalmente però questo esercito di dipendenti, semipubblici tra cui ci sono quelli dei trasporti, e delle società a partecipazione statale, sono stati la riserva di caccia dei due maggiori partiti, Nea Dimokratia e Pasok, che per 40 anni si sono alternati al potere senza mai porre un limite alle politiche clientelari di questi settori.

Nell'ultimo recente congresso del Pasok tenutosi il 4 marzo il segretario Evangelos Venizels è apparso in grave difficoltà mentre George Papandreou, anch'egli ex premier ed ex presidente del Pasok, al suo arrivo al Congresso è stato acclamato dai convenuti che gli hanno dedicato una standing ovation di 10 minuti. Il Pasok di oggi, è in gravi difficoltà, forse anche perché - oltre ai grandi errori politici commessi dai suoi dirigenti - ha avuto anche la sfortuna di dover gestire i primi anni della grave crisi economica che ha colpito il Paese e il buco del deficit al 14,7% lasciato a Papandreou nell'ottobre 2009 come pesante eredità dal governo conservatore di Costas Karamanlis.
I numeri parlano chiaro. Nelle recenti elezioni del giugno 2012, il Pasok ha perso più dei due terzi dei suoi elettori passando dal 43,92% (3.012.373 voti) al 12,28% (755.868 voti).
Di questi, gran parte (circa il 40%, secondo analisti locali) è travasata nel partito di sinistra radicale Syriza: dal 4,60% ottenuto alle elezioni del 2009, il partito è infatti passato al 26,89% in quelle del 2012, divenendo anche il maggiore partito dell'opposizione.

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