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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2013 alle ore 13:59.

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La troika ora non punta più sull'austerity dei conti (tagli salariali e pensioni) in Grecia ma nella riduzione delle clientele e dei dipedenti pubblici assunti senza bisogno reale nel decennio delle vacche grasse dai due ex maggiori partiti ellenici, Nea Dimokratia (conservatori) e Pasok (socialisti). L'obiettivo è quello di ridurre la pressione fiscale sul resto dei dipendenti pubblici e privati che stanno subendo il peso maggiore dell'austerity, visto che metà dei contribuenti, quelli a lavoro autonomo, continua allegramente a evadere senza ritegno. Si concentra così sullo sfoltimento dei ranghi dei dipendenti statali la fase due della missione di controllo dei rappresentanti della troika (Ue, Bce e FMi) sui conti greci in vista dello sblocco di una nuova tranche di prestiti da 2,8 miliardi di euro al Paese.

Non aver capito in un decennio, dal 2001 ad oggi, cosa voleva dire entrare nell'euro e godere di tassi simili a quelli tedeschi e far sì che questa manna finanziaria, questa stabilità macroeconomica, servisse a far crescere il Paese invece che a drogarlo di debiti, è stato il peccato originale della classe politica ellenica.
Nel 2004, con il via libera alle spese faraoniche per le Olimpiadi, Atene, dilatando il debito, ha avuto il momento di massimo fulgore innescando però la bomba ad orologeria esplosa il 4 ottobre 2009, giorno in cui il socialista Papandreou vinceva le elezioni contro il conservatore Costas Caramanlis, ma poco dopo scopriva che il deficit del 3,5% era in realtà del 14,7%.

Ora tocca alla troika cercare di rimettere i cocci a posto di un paese fallito. a causa degli errori della sua classe politica. Questa mattina i rappresentanti del Fondo monetario internazionale, dell'Unione europea e della Banca centrale europea hanno incontrato di nuovo ad Atene il ministro delle Finanze, Yannis Stournaras, per discutere con lui la parte economica della riforma amministrativa che riguarda la mobilità (condizione che costituisce il primo passo verso il licenziamento) di 25mila dipendenti statali entro la fine dell'anno e la riduzione dell'Iva sui prodotti di ristorazione dall'attuale 23% al 13% per rilanciare il turismo che rappresenta con il settore marittimo il 20% del Pil greco.

La questione della mobilità dei dipendenti statali viene considerata dai rappresentanti dei creditori internazionali una condizione cruciale per dare il via libera alla concessione della tranche. Secondo informazioni di stampa, sembra che su questo punto il piano presentato dal ministro della Riforma Amministrativa, Antonis Manitakis, non abbia convinto gli esperti della troika che intendono riesaminarlo anche con Stournaras che prima di fare il ministro era presidente del miglior think tank greco Iobe e da quel pulpito tuonava contro le politiche clientelari dei passati governi che hanno gonfiato di oltre 650mila dipendenti in eccesso i ranghi della pubblica amministrazione.

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