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Questo articolo è stato pubblicato il 07 marzo 2013 alle ore 17:18.

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Nella foto i membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu di Regno Unito e Stati Uniti mentre votano il via libera all'estensione delle sanzioni contro la Corea del Nord (Reuters)Nella foto i membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu di Regno Unito e Stati Uniti mentre votano il via libera all'estensione delle sanzioni contro la Corea del Nord (Reuters)

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha dato il via libera all'unanimità all'estensione delle sanzioni contro la Corea del Nord, approvando il testo concordato tra Stati Uniti, Russia e Cina. La risoluzione approvata dai Quindici prevede un giro di vite sulle operazioni finanziarie e sul movimento di fondi nordcoreani in giro per il mondo, oltre a un bando dettagliato alla vendita di prodotti di lusso come gioielli, yacht e auto da corsa. Inoltre, per la prima volta, sono disposti rigidi controlli sul personale diplomatico, soprattutto per quanto riguarda le attività bancarie e i trasferimenti di fondi illeciti.

Il documento condanna nei termini più forti l'ultimo test nucleare di Pyongyang del 12 febbraio scorso e prende di mira banchieri e corrieri di denaro contante: un giro di vite che mira a rendere più difficile al Paese asiatico lo spostamento di ricchezze. Tra le misure restrittive adottate ci sono anche nuove restrizioni di viaggio, e il congelamento degli asset finanziari di nuove aziende. Infine, si chiede agli Stati membri di espellere qualsiasi agente membro degli enti nordcoreani inseriti nella "lista nera", e di ispezionare le merci sospette, anche in transito sul proprio territorio via cielo o via mare.

Poche ore prima del pronunciamento dell'Onu, il vertice del regime di Pyongyang aveva minacciato il ricorso all'attacco nucleare preventivo contro chiunque metta in campo una minaccia seria contro la nazione comunista. «Dal momento che gli Usa stanno per innescare una guerra nucleare, eserciteremo il nostro diritto per un attacco nucleare contro l'aggressore per proteggere i nostri supremi interessi», ha detto un portavoce del ministero degli Esteri nordcoreano. Pyongyang ha accusato Washington di usare le manovre militari congiunte con Seul allo scopo di lanciare un attacco convenzionale e nucleare, minacciando più test di armi nucleari in risposta alle sanzioni promosse dagli Usa. La retorica così forte, pur se già ampiamente usata in passato, conferma l'indubbio inasprimento delle relazioni tra la Corea e Washington, dopo il lancio del razzo/satellite di dicembre e il terzo test nucleare del 12 febbraio.

A stretto giro è arrivata anche la risposta delle autorità Usa, attraverso l'ambasciatrice Usa all'Onu, Susan Rice: «La Corea del Nord non otterrà nulla attraverso nuove minacce e provocazioni, ma solo ulteriore isolamento internazionale».

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