Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 07 marzo 2013 alle ore 11:20.

My24
EmblemaEmblema

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha confidato ai membri dell'Accademia dei Lincei la sua fatica nella gestione del difficile passaggio istituzionale che l'Italia sta vivendo. Intervenendo alla conclusione della commemorazione del Premio Nobel e senatrice a vita Rita Levi Montalcini, il capo dello Stato si è detto «commosso per la metafora laudativa del faro» che l'ex ministro ed ex presidente della Corte Costituzionale Giovanni Conso gli aveva rivolto poco prima. «Che sia faro o sia una luce normale, umana - ha aggiunto Napolitano - certe volte si fa fatica nella nebbia ma io cerco di fare del mio meglio». In ogni caso Napolitano ha garantito: «Farò quel che debbo fino all'ultimo giorno del mio mandato».

No a una riconferma al Colle
Napolitano è tornato a respingere l'idea di una sua riconferma nella carica, suggerita oggi dall'ex ministro ed ex presidente della Corte Costituzionale Giovanni Conso nel corso di una cerimonia all'Accademia dei Lincei per commemorare Rita Levi Montalcini. «Ringrazio Conso - ha detto il capo dello Stato - ma vorrei sottolineare come la conclusione dei sette anni del mio mandato corrisponda perfettamente alla concezione che i padri costituenti ebbero della figura del presidente della Repubblica, alla continuità delle nostre istituzioni ma anche alle leggi del succedersi delle generazioni».

Attendere le consultazioni senza fare ipotesi
Fonti del Quirinale hanno ribadito che é inutile fare ipotesi sui tipi di incarico che scaturiranno dalle consultazioni. È solo allora, come ha recentemente ricordato il Presidente Napolitano, che verrà fatta sintesi delle posizioni che verranno presentate dalle forze politiche. «Attendiamo le consultazioni: prima di allora sono solo fantasie», dicono le fonti.

Il capo dello Stato declina l'invito dell'Europarlamento
Napolitano ha scritto inoltre al presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ringraziandolo per l'invito rivoltogli a prendere nuovamente la parola nell'assemblea il prossimo 13 marzo, ma declinandolo, rammaricandosi che i tempi stretti e la complessità del processo di formazione di un nuovo governo in Italia non gli consentano di intervenire a Strasburgo. «Desidero vivamente assicurare lei e tutti i deputati al Parlamento Europeo - ha scritto il capo dello Stato a Schulz - che, anche nel ruolo riservatomi dalla Costituzione italiana, dopo la conclusione del mio mandato presidenziale, di senatore a vita, resterò fedele al mio rapporto col Parlamento Europeo, istituzione alla quale mi sono dedicato nel corso di lunghi anni. E mi farò ancora attivo sostenitore, nei limiti delle mie forze, della causa europea e del ruolo decisivo - in seno all'Unione - della principale fonte di legittimazione della costruzione europea e cioè della rappresentanza dei cittadini incarnata nel Parlamento».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi