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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2013 alle ore 13:58.

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A Radio24, qualche giorno fa, Romano Prodi aveva lanciato un sasso nello stagno: "Allora c'erano voci che giravano, oggi invece ci sono documenti che forse potrebbero riscrivere la storia italiana". Rumors che il Professore ha svelato ai pm che conducono l'inchiesta sull'Operazione Libertà, in cui risultano indagati per corruzione e finanziamento illecito ai partiti Silvio Berlusconi, Sergio De Gregorio e Valter Lavitola.

Prodi, sentito come testimone, potrebbe aver parlato non solo di quelle "voci che giravano" ma anche di altri parlamentari, eletti con l'Unione, contattati (dietro promessa di pagamento?) per passare alla minoranza. Insieme all'ex premier, i magistrati della procura partenopea titolari del fascicolo, Piscitelli, Woodcock, Curcio, Milita, Greco e Cafiero de Raho, hanno ascoltato anche i senatori Nello Formisano, Giuseppe Caforio e Anna Finocchiaro.

Quest'ultima, in particolare, viene citata nel verbale del 29 dicembre 2012 in cui De Gregorio parla dei sabotaggi messi in atto per far cadere il Governo sostenuto dalla (risicatissima) maggioranza di centrosinistra. "Era un periodo – ha raccontato l'ex presidente della commissione Difesa del Senato – in cui quando assumevo delle posizioni forti, Berlusconi mi faceva anche delle telefonate di conforto... e quando poi cadde il Governo Prodi e dall'altra parte della barricata la Finocchiaro fece un famoso intervento, molto duro, parlando di corruzione, eccetera... e alzò le mani, facendo il segno delle manette, io inusualmente, perché normalmente parlano i capigruppo, presi la parola e feci un intervento violentissimo contro la Finocchiaro, mi chiamò il presidente Berlusconi e mi disse: beh, da questa sera hai proprio un tifoso in più perché ti ho visto batterti come un leone in aula e mi sei piaciuto... questa è la storia".

I verbali di De Gregorio trasmessi alla Camera dei deputati contengono numerosi omissis proprio in relazione ai tentativi che sarebbero stati messi in atto, da parte di esponenti del centrodestra (lo stesso De Gregorio si è autodenunciato, dicendo di aver avvicinato il sen. Caforio) per minare la solidità della maggioranza. All'attenzione degli inquirenti, oltre proprio a quello di Caforio, ci sarebbe anche il caso di Nino Randazzo, che fu già interrogato nell'ambito della prima inchiesta napoletana sulla compravendita.

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