Chi è Mauro Gallegati, l'economista più ascoltato da Grillo (che ha presentato Stiglitz a Beppe)

Mauro Gallegati, 55 anni, insegna macroeconomia ad Ancona, dove ha preso il dottorato nel 1989. Oltre all'attività da professore ordinario in Italia, lavora molto all'estero. E' stato visiting professor nel 2006 alla Brookings Institution e, fra 2007 e 2008, alla Columbia University. Gallegati è forse l'economista più ascoltato da Grillo. Peraltro, come spiega in questo colloquio con ilsole24ore.com, è lui ad avere costruito il rapporto – personale, non politico - fra Grillo e il Nobel Joseph Stiglitz.

Come nasce il suo coinvolgimento nel Movimento Cinque Stelle? Lei ha rapporti diretti con Grillo e con Casaleggio?
Ho conosciuto Beppe Grillo, tramite Fuà per le problematiche relative al Pil, nell'estate del 1993. Posso parlare di una più stretta collaborazione dal 2005, quando
vengono affrontati i temi del lavoro precario e delle pensioni queste collaborazioni si esplicitano in diversi post nel blog di Grillo, nel libro "Schiavi moderni", e nel v-day di Bologna del 2007. Peraltro, ho rapporti diretti solo con Grillo.

Grillo e Giorgio Fuà, l'industrialista eretico consigliere di Adriano Olivetti e Enrico Mattei e fondatore dell'Istao di Ancona, si conoscevano?
Non si frequentavano di certo. Non ricordo se si conoscessero via telefono. Qualcuno di certo segnalò a Grillo gli scritti di Fuà sul problema della qualità del Pil e qualcuno – non so se Grillo o se un membro del suo staff – contattò Fuà.

Dal punto di vista economico nel Movimento Cinque Stelle, a suo avviso, prevalgono le spinte anti-stataliste (tipiche delle polemiche anti-casta e da crisi da eccesso di debito) oppure le posizioni di quanti, nella diatriba fra le due istituzioni Stato e Mercato, tendono a ritenere più importante la funzione regolatoria del primo sul secondo, e dunque non credere alle crisi da debito?
Il movimento è un arcipelago di posizioni non riassumibili in una battuta il mio auspicio è che si veda nella crisi attuale una crisi strutturale, come espresso in un post pubblicato nel blog di Grillo nel luglio 2012.

La spinta di rottura del Movimento Cinque Stelle può istituzionalizzarsi, nel campo economico? Quale è una ipotetica agenda del Movimento?
Siamo ancora nel campo dei desiderata. Nel medio-lungo termine un diverso modello di sviluppo non più basato sul Pil, ma sul benessere. Per esempio l'indice Bes dell'Istat. Nel breve periodo una politica del lavoro che valorizzi le realtà italiane (l'arte, l'eno-gastronomia e il turismo) e che indirizzi la spesa in R&S verso produzioni del "futuro" (come l'impatto ambientale zero, l'energy saving e le dematerializzazione dei beni).

Nella agenda economica informale del Movimento, esiste una differenza fra la base e i vertici?
A quanto mi risulta, non c'è un'agenda definitiva.

In tanta parte del Movimento, ci sono spinte neo-pauperiste. Queste sono compatibili con una società industriale e dei servizi avanzati?
Se ci si riferisce alla decrescita felice, a me pare che alcuni dei principi ispiratori siano condivisi, anche se preferirei parlare di decrescita qualitativa.
Ma la decrescita felice non è pauperismo, piuttosto un rifiuto della mercificazione della vita.

Ci sono rapporti diretti o indiretti con Stiglitz? Grillo cita spesso il Nobel per l'economia. Da che cosa nasce questa cosa?
Che io sappia Stiglitz e Grillo si sono incontrati due volte: un pranzo a Roma nel dicembre 2005 ed una conferenza ad Ancona nella primavera del 2008. Ma, che io sappia, Stiglitz non ha scritto neanche una riga del programma M5S. Ho incontrato Stiglitz l'ultima volta a novembre, nel corso di una conferenza in Canada. Gli ho fatto una intervista video sull'euro, che poi ho pubblicato sul blog LaKrisi.com. In quell'occasione, Stiglitz mi ha detto espressamente che non voleva che la sua intervista fosse diffusa attraverso il blog di Beppe Grillo, perché ci teneva molto a non entrare nella competizione politica italiana. Quindi, più che di una partecipazione al programma, si può parlare di una ispirazione indiretta attraverso il mio contributo.

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