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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2013 alle ore 06:39.

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MILANO
Tengono gli spread, tengono i rendimenti dei titoli di Stato italiani alla vigilia di una due giorni di aste con cui il Tesoro collocherà 15 miliardi di euro tra BoT e BTp. Il downgrade di Fitch di venerdì scorso, comunicato a Borse chiuse, era già stato assorbito dal BTp future che aveva pagato subito, lasciando sul parterre 20 tick, creando le premesse di una seduta di fuoco. Recessione e instabilità sono state le ragioni del declassamento. In apertura i rendimenti dei BTp decennali erano saliti di 8 punti, portandosi al 4,67%, con lo spread sui Bund tedeschi in area 320 punti, il massimo della seduta. Poi l'inversione. Senza alcuna notizia politica emersa durante la giornata, senza le prospettive di un governo a breve e con nuove elezioni all'orizzonte, a fine giornata lo spread è comunque sceso fino a 311, appena tre centesimi in più rispetto a venerdì, con il rendimento a 4,628 per cento.
Settimana di aste
La seduta di ieri ha creato le premesse per l'avvio dei collocamenti di titoli pubblici oggi e domani. Questa mattina in calendario c'è l'asta dei BoT a 1 anno per 7,750 miliardi di euro e domani quella di BTp e CcT per 7,25 miliardi: per entrambe le previsioni sono di rendimenti in rialzo rispetto al collocamento precedente e una tenuta della domanda. Le prime indicazioni sul grey market segnalano un rendimento dell'1,3% per il BoT, stabile rispetto alle quotazioni del secondario. Secondo gli operatori, un ulteriore rialzo non mette a rischio la soglia dell'1,45% che il BoT ha segnato a fine 2012: rispetto all'asta di febbraio, il rialzo sarebbe compreso tra i 30 e il 40 punti dal momento che il mese scorso il rendimento del BoT annuale si era attestato in asta all'1,094 per cento.
Sul BTp triennale (tra 2,5 miliardi e 3,5 miliardi) le attese degli operatori sono per un tasso lordo sui livelli di fine 2012 (2,5%), mentre per il BTp a 15 anni (offerto in seconda tranche tra 1,5 e 2 miliardi di euro) l'indicazione è per una quotazione vicina ai livelli del secondario, con possibili scatti al ribasso dovuti alle qualità del titolo, già molto ricercato e caro in termini prezzo. Oltre ai BTp, in asta ci sono tra 1 miliardo e 1,75 miliardi di CcT.
Cala il divario con la Spagna
Se lo spread con la Germania ha tenuto, quello con la Spagna ha registrato oscillazioni al punto che il divario si è ridotto a 13 centesimi (324 centesimi contro 311 centesimi), un soffio rispetto agli 80 di inizio anno. «Gli investitori alla disperata ricerca di rendimenti, si stanno concentrando sui paesi dell'Europa periferica perché i tassi sono ancora interessanti, ma in questa fase la Spagna è preferita all'Italia», spiega un operatore. La prova è che a febbraio, nel mese elettorale, dall'Italia sono usciti circa 28 miliardi di euro di capitali. Nello stesso periodo, in Spagna, sono entrati (o comunque si sono ridotte le uscite) 12,2 miliardi di euro. Questo vuol dire che in termini relativi l'Italia è diventata più rischiosa della Spagna.

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