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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2013 alle ore 07:50.

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Il cardinale Angelo Scola (Afp)Il cardinale Angelo Scola (Afp)

C'è chi le chiama le "primarie del Conclave". Il primo voto dentro la Sistina da sempre serve per verificare le forze in campo, e usare il responso per sondare il terreno e avviare le votazioni vere del giorno dopo. La fumata nera era attesa, ma qualche sorpresa nelle ultime ore prima dell'isolamento è stata decisiva per uno spostamento degli equilibri, pur sempre dentro la rosa dei candidati forti.

Il cardinale Angelo Scola si conferma quello che in prima battuta riscuote maggiori consensi, un pacchetto di oltre trenta voti – viene stimato – pescato soprattutto in Europa, tra i ratzingeriani storici: in testa l'austriaco Christoph Schoenborn, anche lui decisamente papabile, ma in seconda battuta, così come l'ungherese Peter Erdo, presidente della Cei europea. Il milanese è anche benvoluto in ambienti americani, specie in quelli che non amano troppo la sovraesposizione dell'arcivescovo di New York, Timothy Dolan. Un supporter di Scola è Donald Wuerl, di Washington, e forse anche il bostoniano Sean O'Malley, il cappuccino molto amato dai media, dato anche lui per papabile ma che non pare avere in avvio di Conclave una forza dentro la Sistina (forse in un secondo tempo).

Scola, quindi, come prima opzione, la cui forza sarà testata questa mattina alla seconda e terza votazione: se i consensi saliranno in misura sensibile allora è possibile che si possa andare rapidamente verso una fumata bianca già in giornata. Ma l'incertezza della vigilia non fa pensare ad una soluzione così veloce: «Il conclave è aperto», ha detto un porporato ieri dopo la messa "pro eligendo pontifice". Insomma, per Scola hanno votato (e lo sosterranno anche oggi) i cardinali del grande centro ratzingeriano tagliati fuori dai giochi della Curia.

L'altro candidato forte del primo voto è Marc Ouellet, il canadese francofono, fedelissimo del Papa emerito, che per anni ha guidato il dicastero dei Vescovi. Un prelato che "pesca" in buona parte dell'elettorato di Scola, ma anche un po' in Curia, anche in Usa, e di certo in America Latina, dove ha prestato un lungo servizio di apostolato. Poliglotta, affabile, è un moderato riformatore, che agirebbe senza strappi, sia nel campo delle riforme che in quello teologico. Il suo "pacchetto" è di poco inferiore a quello dell'arcivescovo ambrosiano, e se anche oggi i voti per entrambi segnassero un rialzo si andrebbe con ogni probabilità verso un compromesso – entrambi provengono dalla stessa covata di Communio, la rivista conciliare – per evitare di eliminarsi a vicenda.

Più indietro il pacchetto di voti per il brasiliano di San Paolo, Odilo Pedro Scherer, appoggiato dai potenti della Curia, Tarcisio Bertone, forse Angelo Sodano, di certo Giovanni Battista Re. Il suo pacchetto di voti – stimato in una quindicina – non sembra destinato a salire molto nelle votazioni di oggi, specie dopo lo scontro consumato due giorni fa sullo Ior: Scherer ha difeso Bertone dalle critiche del suo connazionale Braz de Aviz. E questo conferma che Scherer non ha i voti dei brasiliani e neppure degli altri latino-americani. Corsa in salita, quindi.

E meno forte, in queste ore, pare la posizione dell'americano Dolan, molto amato dai media ma, sembra, abbastanza poco dai cardinali. Il suo nome potrebbe risalire in caso di stallo, ma un freno arriva addirittura dai suoi connazionali. Non è un caso che Wuerl abbia detto che «un pontefice proveniente dalla superpotenza americana, incontrerebbe molti ostacoli nel presentare un messaggio spirituale al resto del mondo».

Parlava di Dolan. Ma il dato più importante della vigilia è quello dei voti che avrebbe ricevuto Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, gesuita di 76 anni, che nel 2005 ottenne fino a 40 voti nella terza votazione, dopo averne avuti 10 alla prima e 35 alla seconda, tallonando a distanza Joseph Ratzinger, che al primo voto – va ricordato – ne ottenne ben 47. Fu quello uno dei fattori vincenti dell'elezione di Benedetto XVI: la rapidità.

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