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Questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo 2013 alle ore 11:47.

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Approvare buone leggi con lo sguardo attento alle esigenze di cittadini e imprese. Anche con l'avvento della nuova legislatura, che inizia formalmente domani con le sedute di insediamento alla Camera e al Senato, resta questo il proposito di neo-deputati e senatori, soprattutto dei più giovani. A cominciare dal vasto gruppo dei grillini del M5s che del cambiamento fanno il loro cavallo di battaglia. Ma confezionare una buona legge, anche dal punto di vista strettamente tecnico, non sarà facile. Basti pensare che nella legislatura appena conclusa sul campione di 153 testi tra disegni di leggi di conversione di Dl, altri Ddl e decreti legislativi setacciato dal Comitato di legislazione della Camera soltanto il 26,8% era corredato dall'Air: l'analisi di impatto della regolamentazione che serve a valutare, e a scongiurare, preventivamente il rischio di una dannosa iper-regolazione nei confronti di cittadini e imprese. Non solo: i tempi medi per l'approvazione parlamentare di un disegno di legge ordinario hanno raggiunto quota 294 giorni.

Leggi senza "prevenzione rischi" per cittadini e imprese
Fin dal 2000 si è cercato di far fronte operativamente, senza successo, alla necessità di dotare i provvedimenti legislativi, a partire da quelli del governo, di un meccanismo che si tramutasse in una sorta di prevenzione rischi da regolazione al fine di evitare che una legge si trasformasse da un "aiuto" in un "ostacolo" per cittadini e imprese. Ma la strada si è rivelata subito in salita. Solo nel 2005 si è arrivati a una vera codificazione dell'Air e della Vir (Verifica dell'impatto della regolamentazione), che sono poi diventate operative con provvedimenti varati nel 2008 e a inizio 2009. Ma da allora il meccanismo di tutela da eccesso di regolazione per cittadini e imprese ha stentato a mettersi in moto. Il campione di provvedimenti esaminati nella sedicesima legislatura dal Comitato di legislazione della Camera parla chiaro: l'Air è risultata attivata solo sul 13,9% dei 198 Ddl di conversione di decreti legge visionati (per i quali non è comunque obbligatoria), sul 51,6% degli altri disegni di legge e sul 71,4% degli schemi di decreti legislativi. Complessivamente per oltre il 70% dei provvedimenti è ignoto l'impatto regolatorio su imprese e cittadini.

L'allarme lanciato da Palazzo Chigi
Nella stessa relazione sull'andamento dell'Air presentata lo scorso anno in Parlamento dalla Presidenza del Consiglio, con la firma del sottosegretario Antonio Catricalà, si evidenzia che permangono molte criticità nell'adozione di questo strumento. Anche se nel dossier si sottolineano i miglioramenti compiuti da ministeri che stanno utilizzando con sempre maggiore frequenza l'Air. Quanto alle criticità, nella relazione si evidenzia anzitutto l'assenza di professionalità adeguate all'interno delle strutture ministeriali «che siano in grado di gestire con piena contezza l'attività istruttoria». Ma il dossier punta il dito anche contro l'eccessiva ristrettezza dei tempi per la predisposizione dell'Air.

L'andatura da lumaca del Parlamento
Alla luce dell'esperienza del passato, anche recente, fare buone leggi, da un punto di vista tecnico, non sarà dunque facile. Ma difficile sarà anche farle approvare rapidamente dal Parlamento, sempreché la nuova legislatura abbia una durata adeguata (al momento sono in pochi a scommetterci). Nella sedicesima legislatura, come emerge anche dal recente rapporto sull'attività del governo Monti stilato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, il tempo medio di approvazione dei disegni di legge ordinari ha sfiorato i 10 mesi. Con una punta di 313 giorni durante il IV governo Berlusconi, in parte compensata dall'accelerazione impressa ai lavori, anche per far fronte all'emergenza della crisi-economico-finanziaria, con l'avvento a Palazzo Chigi del Governo Monti: i tempi medi di approvazione dei Ddl ordinari sono scesi a 121 giorni (43 giorni quelli per la conversione dei Dl contro i 48 giorni del precedente esecutivo). Un dato che dimostra che velocizzare la macchina parlamentare si può anche quando il Parlamento rivisita significativamente i provvedimenti varati dal governo come nel caso del governo Monti: i commi dei decreti legge in sede di conversione parlamentare sono lievitati del 40 per cento.

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