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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2013 alle ore 06:36.

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BRUXELLES. Dal nostro inviato
L'Italia, nonostante Grillo, resterà agganciata all'Europa. È un messaggio di fiducia quello che il premier uscente Mario Monti si sente di affidare ai partner europei nell'ultimo Consiglio europeo al quale partecipa da presidente del Consiglio. Monti si dice «istintivamente sicuro che le soluzioni che verranno, spero presto, per l'assetto istituzionale e il governo in Italia diano segno, magari con modalità e stili nuovi, di un'Italia che continua su questa strada, ovvero quella del rispetto degli impegni di risanamento e di riforme strutturali per crescita e occupazione, avviata nell'ultimo anno dal governo». «Mi auguro che gli italiani - aggiunge - continuino a vedere l'Europa come un riferimento fondamentale, non come una potenza straniera ostile». Monti osserva che l'incertezza politica ha avuto riflessi fortunatamente «abbastanza limitati» sullo spread «anche se mi dispiace vederlo salito dopo le elezioni, ma non si può comparare l'attuale incertezza politica da transizione con quella dell'autunno 2011: allora la finanza pubblica non era stabilizzata». Quanto alle trattative sulla scelta dei presidenti di Camera e Senato Monti precisa che Scelta civica «non é interessata a partecipare a decisioni pur condivise» che non intendano percorrere la strada di «una forza nata per unire i riformatori ancorandosi all'Europa e alle riforme economiche».
Sta di fatto che a Bruxelles al Ppe prima al Consiglio e all'Eurogruppo poi Monti risponde alle preoccupazioni degli altri colleghi europei sull'europeismo dell'Italia minacciato dalla compagine di Beppe Grillo, "l'uomo più pericoloso per l'Europa" secondo il settimanale tedesco Spiegel. Alcuni leader come la stessa Merkel giustificano la bocciatura elettorale di Monti perché, dice la cancelliera, «il periodo del governo di Monti è stato molto breve e per questo il premier non ha avuto la possibilità di vedere i benefici delle riforme avviate». Ma la parola d'ordine sull'Italia in tutta Europa torna ad essere una sola: "Preoccupazione". Dopo 14 mesi di ritrovata credibilità, sarebbe infatti questo il sentimento prevalente tra i leader del Ppe e i capi di Stato e di Governo europei per le posizioni del M5S. Difficile dire se Monti abbia fugato proprio tutti gli interrogativi che i leader Ue gli hanno manifestato. Lui, il professore, accompagnato dal fido Enzo Moavero (che ha tentato senza successo l'approdo in Parlamento) ha utilizzato a un vertice Ue per riaffermare la linea italiana che, insieme a Francia e Spagna, sollecita maggiore equilibrio tra "fiscal consolidation" e misure a favore di crescita e occupazione, utilizzo di adeguati «margini di flessibilità» per scomputare gli «investimenti produttivi» dal calcolo del debito (la "golden rule") e una soluzione per il ritardo nei pagamenti delle Pubbliche amministrazioni.

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