Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2013 alle ore 09:20.

My24
Francesco Bellavista Caltagirone (Ansa)Francesco Bellavista Caltagirone (Ansa)

Su richiesta del gip di Civitavecchia, Chiara Gallo, la Guardia di Finanza di Roma ha arrestato questa mattina il costruttore Francesco Bellavista Caltagirone, e una persona di sua fiducia, Emanuele Giovagnoli, legale rappresentante di alcune società. Entrambi sono indagati per i reati di frode nelle pubbliche forniture e di appropriazione indebita; a Caltagirone è contestato anche il trasferimento fraudolento di denaro a terzi. L'arresto segue alle indagini, coordinate dalla Procura di Civitavecchia, nell'ambito della'operazione "Maremosso", sulla realizzazione del porto turistico a Fiumicino, che avevano già portato, nel novembre scorso, al sequestro dell'intera area del cantiere, per una estensione di circa un milione di metri quadri.

Tra le accuse, plurimo inadempimento contrattuale
«A carico di Bellavista Francesco Caltagirone ed Emanuele Giovagnoli» sono emerse «condotte di gravissimo e plurimo inadempimento contrattuale, che hanno pregiudicato gravemente, anche in termini di sicurezza e di pubblica incolumità, la funzione sociale» del porto turistico di Fiumicino. A queste conclusioni giunge il gip del Tribunale di Civitavecchia, nell'ordinanza d'arresto dei due imprenditori arrestati con l'accusa di frode in pubbliche forniture e appropriazione indebita.

Distrazioni per 35 milioni di euro
Solo per Caltagirone, invece, c'è anche il reato riciclaggio: avrebbe trasferito il denaro su conti correnti a Lussemburgo intestati a una società con sede a Cipro. L'inchiesta della Procura di Civitavecchia è stata svolta dai militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Roma. Così è stato ricostruito un articolato meccanismo di frode nei lavori di costruzione del porto della Concordia con un sistema di attribuzione fittizia a soggetti terzi di somme di denaro, per complessivi 35 milioni di euro, oggetto di distrazioni a danno di due società riconducibili al gruppo imprenditoriale "Acqua Marcia" di Roma, dell'imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone. In sostanza, il progetto iniziale per la costruzione del porto non sarebbe stato rispettato, con evidente frode verso la pubblica amministrazione.

Anomalie nella catena dei subappalti
Secondo il gip, che ha avvalorato la tesi investigativa, si «rilevano altre circostanze sintomatiche del fatto che chi ha gestito l'operazione è stato fin dall'inizio animato da intenti truffaldini». Inoltre, il giudice afferma che «appare significativa la correlazione tra i rilevanti inadempimenti e i rilevanti risparmi dei costi di realizzazione dell'opera». Anche le modalità con cui «il concessionario ha gestito l'esecuzione delle opere, attraverso una catena di appalti e subappalti, presentano rilevanti anomalie che non si spiegano se non con il tentativo di mascherare intenti fraudolenti». Infine, a Caltagirone la Procura contesta anche il reato di riciclaggio di denaro. In particolare, il denaro ricavato dalla presunta appropriazione indebita sarebbe stato «trasferito all'estero», «su conti correnti lussemburghesi intestati alla società cipriota Vikingtrend ltd» riconducibile allo stesso imprenditore.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi