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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2013 alle ore 21:12.
I presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, si ridurranno lo stipendio del 30 per cento. Lo rendono noto in un comunicato congiunto. «I Presidenti - si legge nella nota - hanno convenuto sulla necessità di adottare da subito una significativa riduzione delle attribuzioni ad essi spettanti, per un importo complessivo del trenta per cento».
«Analoga riduzione sarà proposta per i titolari delle altre cariche interne in tema di indennità di ufficio e di altre attribuzioni attualmente previste, alcune delle quali potrebbero essere del tutto soppresse, quali ad esempio i fondi per spese di rappresentanza». Una riduzione, a partire dal 30% con l'obiettivo di arrivare al 50, sarà inoltre applicata «alle dotazioni delle segreterie particolari degli stessi titolari delle cariche istituzionali».
Le linee di indirizzo condivise dai Presidenti, che saranno portate in dettaglio nelle prime riunioni dei rispettivi Uffici di Presidenza sono state illustrate alle Conferenze dei Capigruppo di Camera e Senato, che si sono svolte pressoché in contemporanea nel tardo pomeriggio.
«Abbiamo preso questa decisione all'unisono». Così la presidente della Camera, Laura Boldrini entrando a Palazzo Madama ha risposto ai giornalisti a proposito della intenzione di ridurre i costi della politica a partire dalla loro stessa indennità presa insieme al presidente del Senato, Piero Grasso. «Non c'è competizione», ha poi notato affabilmente la terza carica dello Stato di fronte ai giornalisti che l'hanno "intercettata" al suo ingresso a Palazzo Madama.
Camere al lavoro 5 giorni su 7
I Presidenti di Senato e Camera, Grasso e Boldrini, vogliono che le Camere lavorino 5 giorni su 7 per un totale di 96 ore a settimana.
Inoltre, intervenendo a Ballarò, su Rai 3, le due alte cariche dello Stato hanno dichiarato: «Per noi una durata di almeno 5 anni va bene». «Non possiamo tornare alle elezioni», ha aggiunto la presidente della Camera.
Boldrini: rinunceremo alle nostre abitazioni istituzionali
«Abbiamo lavorato insieme tutto il pomeriggio, abbiamo messo a punto un programma su come tagliare il superfluo», ha spiegato Laura Boldrini, in collegamento in diretta da Palazzo Madama insieme al presidente del Senato, Pietro Grasso. «Abbiamo cominciato da noi stessi - ha proseguito - con un gesto significativo: ci taglieremo il 30% almeno del nostro stipendio, rinunceremo anche alle nostre abitazioni per metterle a disposizione delle attitività istituzionali».
Tagli sugli stipendi dei dipendenti di Palazzo Madama e Montecitorio
Inoltre, Grasso e Boldrini proporranno ai rispettivi Uffici di Presidenza il taglio del 30% degli stipendi dei parlamenti e dei dipendenti di Montecitorio e Palazzo Madama.
Durante le riunioni dei capigruppo di oggi, si è «convenuto di proporre misure riguardanti il trattamento economico complessivo dei parlamentari, che saranno in concreto definite una volta costituito l'Ufficio di Presidenza, con l'obiettivo di realizzare un risparmio tra il 30 e il 50 per cento della relativa spesa».
Nella nota congiunta dei presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, si sottolinea inoltre che «sarà proposta la trasformazione di tutti i rimborsi forfettari in rimborsi a pie' di lista, in modo che ogni singola erogazione sia giustificata in relazione alle finalità istituzionali. Al contempo, si proporrà di rafforzare le garanzie per i collaboratori dei parlamentari, mediante contratti di lavoro subordinato, ovviamente a tempo determinato».
«Nell'ottica della trasparenza verranno inoltre pubblicati sui siti internet delle rispettive amministrazioni i dati di tutte le consulenze. Sarà poi chiesto ai dipendenti delle Camere, in servizio e in pensione, di usare la stessa sensibilità e disponibilità, dando concreti segnali di contenimento dei costi: un tema che sarà presto oggetto di dialogo con i sindacati», conclude.
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