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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2013 alle ore 11:18.

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I soli verbali del reo confesso Sergio De Gregorio non sono «prova evidente» della compravendita dei parlamentari. Manca, inoltre, l'interrogatorio del principale indagato, che pure si era detto disponibile a incontrare i pm. Per questo, Silvio Berlusconi non può essere processato per corruzione con giudizio immediato.

Il gip Marina Cimma ha rigettato la richiesta della procura per l'ex presidente del Consiglio e per gli altri due indagati; lo stesso De Gregorio e Valter Lavitola, ritenuto nella ricostruzione investigativa il trait d'union tra l'ex senatore napoletano, da tre giorni ai domiciliari per una diversa inchiesta sui fondi per l'editoria, e Palazzo Grazioli.

Il gip ha disposto la restituzione degli atti ai pm, che ora dovranno seguire l'iter procedurale ordinario: avviso di conclusione delle indagini, fissazione dell'udienza preliminare ed eventuale dibattimento. La scelta del rito alternativo era stata presa per una questione di economia processuale, considerati i mesi che sarebbero stati impiegati per la celebrazione dell'udienza preliminare, particolarmente preziosi in una vicenda dove il rischio prescrizione è molto alto.

Il perno principale dell'inchiesta sono le dichiarazioni autoaccusatorie di De Gregorio che, in tre incontri coi pm, nel dicembre scorso ha raccontato le manovre per dinamitare il Governo Prodi, nel 2007. Macchinazioni di cui l'ex senatore dipietrista e il Cav sarebbero stati autori («Ricordo bene che già dopo il voto che mi vide eletto presidente della commissione Difesa, discussi a Palazzo Grazioli con Berlusconi di una strategia di sabotaggio...», ha messo a verbale De Gregorio) anche attraverso una campagna acquisti da condurre nello schieramento di maggioranza. In cambio di quest'attivismo, De Gregorio avrebbe ricevuto tre milioni di euro di finanziamento al movimento "Italiani nel mondo", due dei quali in nero. Soldi usati dal politico partenopeo per ripianare la voragine di debiti accumulati durante le campagne elettorali.

Berlusconi, in una recente intervista a Panorama, ha smentito il suo accusatore sostenendo che si tratta di una ritorsione per la mancata concessione di un finanziamento da lui chiesto di 10 milioni di euro. «De Gregorio aveva preannunciato questo suo comportamento con più visite a nostri parlamentari - ha detto Berlusconi -. Aveva detto di essere in grave difficoltà, di avere assoluto bisogno di 10 milioni di euro, in parte per pagare dei debiti ed evitare la bancarotta e in parte per recarsi in un altro paese e ricostruirsi una nuova vita e per evitare il carcere alla moglie». Di questi incontri con i maggiorenti del Pdl e del desiderio di uscire dalla politica, De Gregorio ha fatto cenno nei verbali, specificando però di aver solo chiesto un aiuto a Marcello Dell'Utri per essere accreditato come produttore cinematografico con "Medusa".

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