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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2013 alle ore 11:43.

C'è poco da fare. L'appassionato del pallone, quello vero, quello che prima arriva la squadra del cuore e poi tutto il resto, è un inguaribile romanticone. Sogna il grande traguardo per una vita e quando i suoi beniamini in calzoncini corti riescono a raggiungerlo, beh, è festa grande per anni, praticamente per sempre. Provate a chiedere ai tifosi interisti che cosa ne pensano del possibile ritorno di José Mourinho sulla panchina nerazzurra. Dopo una crisi di pianto e uno sguardo al cielo in segno di venerazione, vi diranno che sarebbero disposti ad andarlo a prendere loro in macchina pur di rivederlo dalle parti di San Siro. Milano-Madrid tutta in un fiato con l'autoradio che suona "Ritornerai" di Bruno Lauzi a tutto volume. Mourinho mon amour, l'amore non passa, la passione neppure. E quanto pare il sentimento è corrisposto dallo Special One, che non perde l'occasione per lanciare messaggi di affetto nei confronti dei colori che gli sono rimasti nel cuore. L'ultimo risale a qualche ora fa.
«Ho avuto due anni fantastici in Italia, nella mia Inter, e non si sa mai se un giorno tornerò. Però, se lo faccio, lo farò con grande piacere ed emozione». Ecco, ci risiamo. Mou fa l'occhiolino alla "sua" Inter e mezza Milano si scioglie. Ancora una volta. L'occasione per rilanciare il mezzo desiderio prende forma a Madrid per mezzo di un video girato per la campagna #DammiPiùVoce, organizzata dal Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down. Quale il collegamento, direte voi, il link per accendere l'ennesimo fuoco nell'animo dello Special One. Semplice, pure troppo. La domanda di un paio di tifosi che gli chiedono se un giorno potrebbe tornare sui suoi passi per riportare la "pazza Inter" al vertice del calcio continentale. Mourinho risponde comodamente seduto alla sua scrivania con un berretto in testa, la maglia del Real sul petto e quella dell'Inter dello scudetto dietro la schiena. Come dire, non si sa mai. Dovesse capitare, io sono pronto.
Prendete nota, tra qualche settimana, forse meno, comincerà il valzer degli allenatori in giro per l'Europa. E al ballo parteciperà molto probabilmente anche il tecnico portoghese più amato dai tifosi neroazzurri. Lo dicono da tempo i giornali spagnoli, lo confermano le sue dichiarazioni nei momenti caldi della stagione, tra Mou e Real il feeling è al capolinea. Soltanto un risultato strepitoso in Champions League potrebbe cambiare le cose. Ma forse non sarebbe sufficiente. Perché quando Mourinho ha deciso di dire basta, non c'è coppa che tenga, lo sanno bene i tifosi del Biscione. E allora, ecco che riparte il ritornello che fa primavera: dove sceglierà di andare l'allenatore più pagato del mondo?
Da Parigi, sono pronti a giurare che l'accordo con il Psg sia prossimo alla conclusione. Mourinho al posto di Ancelotti. Con Ibrahimovic, sempre ammesso che alla fine l'asso svedese non decida di prestare ascolto agli inviti di Nedved, e magari, perché no, pure con Cristiano Ronaldo, che pare abbia voglia di lasciare Madrid per sposare una nuova causa. Il caso vuole che il procuratore di Mourinho sia lo stesso di Cr7 e che lo sceicco Al Khelaifi del Psg non voglia badare a spese per lanciare la squadra parigina nell'Olimpo delle grandissime d'Europa. Insomma, roba da ricchi.
Stramaccioni, ora o mai più. E se poi non fosse Psg, potrebbe essere Chelsea, oppure Manchester City. Non è un mistero che Mourinho abbia l'intenzione di tornare ad allenare in Premier League. Prima o poi, lo dice da almeno un paio d'anni, lo farà. L'Inter? Se il presidente Moratti decidesse di rivedere la nuova politica di contenimento dei costi, tutto sarebbe possibile. Sempre che, sia chiaro, Stramaccioni nel frattempo non riesca a centrare l'impresa di tagliare il traguardo della Champions. Nel caso, improbabile eppure ancora alla portata, rimarrebbe lui al comando della truppa nerazzurra. Anche se Mourinho si presentasse a San Siro con l'idea di riprendere possesso del suo armadietto. Chi ci crede, alzi la mano.
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