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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2013 alle ore 20:35.

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La Sicilia dice addio alle Province regionali. L'Ars ha appena approvato un maxi-emendamento della maggioranza che sospende le elezioni previste a fine maggio; manca solo il voto finale al Ddl. I nove enti saranno commissariati ed entro l'anno dovranno essere sostituiti, con una nuova legge, da liberi consorzi di comuni.

Il maxi-emendamento a firma dei capigruppo di Pd, Udc e lista Crocetta, è stato approvato con 53 sì e 28 no, con voto segreto. Il gruppo 5Stelle ha votato in linea con la maggioranza. Seduto nei banchi del governo, il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ha accolto la votazione con un applauso.
Per i consorzi dei comuni sono previste elezioni di secondo grado, dunque i componenti saranno indicati dai sindaci e non ci saranno più elezioni per presidenti di Provincia e consiglieri.
Il voto finale, che sarà anticipato dalle dichiarazioni di voto, è stato rinviato a mercoledì, alle 16, dal presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone.

Crocetta: nessun rischio default
«Rischio default? Non c'è. Siamo bravi a fare spending review, a risolvere problemi». Ne è sicuro il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, a Palazzo dei Normanni, dopo le notizie sullo stato di salute delle casse regionali. «Faremo la spending review - ha proseguito Crocetta - e non faremo massacro sociale. Stiamo aumentando le entrate e stiamo trovando il sistema per andare avanti».

Sicilia prima Regione ad abolire le Province
La Sicilia è dunque la prima Regione italiana ad abolire le Province. Il maxi-emendamento è stato varato con i voti anche dei deputati grillini, che parlano di vittoria del "modello Sicilia", rilanciando dunque l'alleanza, non formale ma sui contenuti, che piace tanto al loro leader Beppe Grillo. Contrario all'abolizione delle Province, il Pdl che puntava sul mantenimento degli enti e la riduzione dei costi.
Dopo quattro ore, scandite da tentativi di ostruzionismo, l'Ars ha approvato con voto segreto il maxi-emendamento, scritto dalla maggioranza tenendo conto di alcune osservazioni fatte nei giorni scorsi dal commissario dello Stato.

Il governo Crocetta: risparmio di 50 milioni
Il voto finale al testo - rinviato a mercoledì pomeriggio - sarà dunque una pura formalità. La riforma prevede che entro il prossimo 31 dicembre il Parlamento approvi una nuova legge per regolamentare i liberi consorzi, prevedendo fin da ora però l'elezione di secondo livello dei componenti. Con l'abolizione degli enti provinciali il governo Crocetta calcola un risparmio di circa 50 milioni di euro.
«È la vittoria del governo e della maggioranza», esulta il presidente Crocetta che apprezza l'atteggiamento dei deputati 5Stelle. E parla di «prima tappa della rivoluzione» e di "modello Sicilia", schema rilanciato anche dai parlamentari grillini.

I grillini criticano l'atteggiamento in aula tenuto dai gruppi d'opposizione. «Il Pdl ha bloccato l'aula per quattro ore, i deputati sono intervenuti con un atteggiamento ostile, eppure proprio questo partito nel suo programma nazionale ha l'abolizione delle Province», afferma il deputato grillino, Giannina Ciancio.
Per il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone (Udc), «il Parlamento siciliano ha dato un bel messaggio al Paese».
Per il deputato del Pdl, Salvino Caputo, invece «l'eliminazione delle Province regionali creerà situazioni di vuoto giuridico ed amministrativo con la conseguente paralisi di servizi importanti e il nascere di costosi contenziosi».

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