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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2013 alle ore 07:04.

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Mauro Salerno
Sara Todaro
È nell'edilizia, nella sanità e nell'information technology che i debiti della Pa provocano i danni maggiori alle imprese. È in questi settori, infatti, che vengono consumati gran parte del debito complessivo (più o meno il 90%: oltre 60 miliardi di euro su 71). Settori nei quali, peraltro, anche i tempi di liquidazione sono da record.
L'edilizia
Spetta alle costruzioni la poco invidiabile "palma" di settore industriale peggio pagato d'Italia. Lo stock dei crediti vantati delle imprese nei confronti delle Pa ha raggiunto quota 19 miliardi, di cui 12 a carico delle amministrazioni locali. Una cifra monstre, che vale quasi il 27% dei 71 miliardi di debito della Pa con le imprese. E non basta, perché gli edili sono tra gli imprenditori costretti ad aspettare più a lungo il saldo di una fattura. L'anno scorso l'Ance, l'associazione nazionale di categoria, ha calcolato che in media le imprese hanno dovuto aspettare 226 giorni, cioè otto mesi per ottenere il pagamento dei lavori eseguiti. Numeri in teoria destinati a ridursi a un massimo di 30-60 giorni con le nuove regole della direttiva europea. Ma finora nulla è cambiato.
Un quadro negativo che alla luce delle ultime novità potrebbe nascondere una prima notizia positiva. È infatti quello delle costruzioni il settore che potrebbe beneficiare di più dell'apertura di Bruxelles sull'uscita dei mancati pagamenti dai vincoli di bilancio europei. Secondo i dati Ance ben 4,7 miliardi dei 19 totali sarebbero già disponibili in termini di cassa ma bloccati dal patto di stabilità. Si tratta di risorse, relative al pagamento di lavori già eseguiti, che l'ok dell'Europa permetterebbe di iniettare subito sul mercato con un beneficio immediato per imprese fiaccate da anni di crisi e restrizione del credito. A questi vanno aggiunti altri 8,6 miliardi per nuovi lavori ancora da avviare da parte di Comuni e Province, rimasti finora incagliati a causa del patto.
La sanità
Oltre 5 miliardi di crediti insoluti per dispositivi medici che vanno dalle siringhe alle grandi apparecchiature diagnostiche e fatture all'incasso dopo 283 giorni; circa 4 miliardi di fatture in sospeso e tempi di pagamento a 211 giorni per le forniture farmaceutiche; tempi ancora più lunghi – 220 giorni la media – e un arretrato di almeno 34 miliardi nei confronti delle imprese di servizi tra cui figurano gli appalti per mense e lavanderie. In più pagamenti col contagocce alle farmacie e alle strutture convenzionate. È così che il Ssn arriva a totalizzare i circa 40 miliardi di debiti verso i fornitori segnalati anche nell'ultima rilevazione della Corte dei conti sulla finanza regionale del 2011.

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