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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2013 alle ore 11:50.

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Il leader storico del Pkk Abdullah Ocalan (Olycom)Il leader storico del Pkk Abdullah Ocalan (Olycom)

Il leader storico del Pkk Abdullah Ocalan ha lanciato un appello per un cessate il fuoco nel Kurdistan turco e per un ritiro dei ribelli dal territorio turco. «Lasciate le armi e andatevene al di fuori delle frontiere» della Turchia, ha dichiarato Ocalan in un messaggio dal carcere di Imrali, in cui ha chiesto l'apertura di un negoziato di pace con la Turchia. Il messaggio è stato letto da due deputati del filo-curdo Partito della pace e della democrazia (Bdp) davanti a centinaia di migliaia di persone radunate a Diyarbakir, nel sud-est della Turchia.

di Alberto Negri

Superata un'ansa del Tigri Diyarbakir compare all'improvviso con la sua cinta muraria di basalto nero, la più lunga fortificazione del mondo dopo la Grande Muraglia cinese, esempio imponente di architettura militare che racconta la storia di eserciti e imperi alle porte della Mesopotamia. Qui comincia la terra dei curdi, il 20% su 75 milioni, la Turchia lontana dall'Europa, dalla crescita a due cifre del Pil, a 1.300 chilometri dal Bosforo, immersa nel vortice del Medio Oriente ai confini con Iraq, Iran e Siria. Una Turchia che nell'Anatolia del Sud-Est, nome ufficiale della regione, schiera oltre 100mila soldati contro i santuari della guerriglia curda del Pkk, il movimento irredentista con forti connotazioni marxiste.

A Diyarbakr da alcuni giorni sono confluite un milione di persone nell'attesa spasmodica dello storico annuncio. Dopo oltre 30 anni di guerra e 40mila morti, la Turchia comincia a credere che una pace nel Kurdistan finalmente possa essere dietro l'angolo: il leader storico del Pkk Abdullah Ocalan, per la festa curda di Nowruz del 21 marzo, ha annunciato la fine dei combattimenti contro l'esercito turco.

La tregua promessa da "Apo" Ocalan, 65 anni, che dal 1999 sconta una condanna a morte commutata in ergastolo nel carcere dell'isola di Imrali, è la prima mossa importante nella trattativa di pace avviata in dicembre con il premier islamico Recep Tayyip Erdogan. Secondo le indiscrezioni dei giorni scorsi l'appello del leader storico della guerriglia, che per il momento non uscirà dal carcere, comprende anche l'inizio di un ritiro verso le basi arretrate del Pkk nelle montagne del Nord Iraq: circa tremila combattenti curdi sono attualmente in territorio turco e troveranno rifugio intorno alla montagna di Kandil, nel Kurdistan iracheno, che è già da anni uno dei santuari della guerriglia.

Ma questo è soltanto il primo passo di un negoziato in cui Ankara dovrà mettere sul tavolo concessioni concrete. I curdi vogliono più diritti politici, più autonomia, la possibilità di poter parlare curdo, e la liberazione di Ocalan - o quantomeno il trasferimento agli arresti domiciliari - e delle migliaia di attivisti arrestati negli ultimi anni.

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