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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2013 alle ore 16:20.

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La restituzione di almeno «48 miliardi» dei debiti Pa alle imprese determinerebbe nei prossimi 5 anni «un aumento di circa 250mila occupati e un incremento del Pil dell'1%, par a 16 miliardi di euro, per i primi tre anni, fino ad arrivare all'1,5% nel 2018».

Lo dice il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, citando uno studio del Centro studi dell'associazione. Squinzi «auspica che il Governo in carica provveda tempestivamente ad adottare, già dal prossimo Consiglio dei ministri, tutti i provvedimenti necessari per la liquidazione di quanto spetta alle imprese, così come indicato dalla Commissione europea e chiaramente emerso dalle dichiarazioni del Presidente del Consiglio uscente, Mario Monti, che nei giorni scorsi ha manifestato la disponibilità a lavorare con la Commissione per identificare le soluzioni e avviare la liquidazione del debito nel più breve tempo possibile».

La simulazione del Centro studi Confindustria
La cifra di 48 miliardi, pari ai due terzi di quanto complessivamente dovuto a fine 2011, determinerebbe una serie di ricadute positive, e non scontate, sull'economia reale.
Secondo la simulazione effettuata dal Centro studi Confindustria, infatti, oltre al significativo aumento degli investimenti nei prossimi 5 anni pari ad oltre il 13% - un risultato importante che ribadisce l'impegno e la fiducia delle imprese nel paese - la liquidazione di questi crediti comporterebbe un aumento di circa 250mila occupati e, da sola, determinerebbe un incremento del Pil dell'1% (16 miliardi di euro) per i primi 3 anni, fino ad arrivare all'1,5% nel 2018.

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