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Questo articolo è stato pubblicato il 22 marzo 2013 alle ore 20:31.

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È sollevata che sia finita? Il ministro riflette, annuisce pensosa, e risponde solo: «Sì».
Elsa Fornero, a Cernobbio per il forum di Confcommercio, potrebbe essere alla sua ultima apparizione pubblica come titolare del dicastero del Welfare dopo un anno di attività, e alla platea dei commercianti traccia una sorta di bilancio del suo operato, segnato da due riforme importanti, nelle pensioni e nel mercato del lavoro. «Grosso modo rifarei la riforma del lavoro nello stesso modo - spiega - però mi sono mancati sei miliardi di euro per poter ridurre i costi dei contratti in questa fase recessiva. Il mio collega francese ne ha avuti 10, beato lui».

Il ministro commenta gli ultimi dati forniti da Confcommercio sui nuovi poveri, arrivati a quota quattro milioni, «sono dati che vanno presi molto sul serio - spiega - e in una certa misura non sono inattesi, la crisi c'è e la recessione colpisce le fasce più deboli, noi qualcosa abbiamo fatto per tamponare questa situazione difficile».
Ricostruzione contestata dall'ex ministro del welfare Maurizio Sacconi, invitato insieme all'altro ex ministro Tiziano Treu proprio per discutere di occupazione e di rimedi per creare nuove possibilità di impiego.
«Credo che questa legge scoraggi le assunzioni - spiega Sacconi - e noi chiederemo di abrogarne ampie parti, soprattutto quelle legate alla flessibilità in entrata: per me l'unica flessibilità cattiva è il lavoro nero».

Nella proposta di legge che Sacconi sta preparando è prevista anche la detassazione per 5 anni sui nuovi contratti per i giovani e su questo punto Elsa Fornero si dice d'accordo. «Però attenzione - chiarisce - la precarietà esiste, l'abbiamo spesso usata come surrogato delle svalutazioni, e non è stata affatto in grado di rilanciare la produttività, come dimostrano gli ultimi dati». Il ministro ricorda come le riforme varate dalla Germania dal 2002 in poi abbiano inizialmente fatto lievitare la disoccupazione di Berlino, mentre solo successivamente il tasso di senza lavoro è sceso in modo drastico.

«Serve tempo - aggiunge - nessuno può pensare ad effetti immediati sul mercato in condizioni di recessione dell'economia».
Sulla riforma che porta il suo nome il ministro ricorda le ampie contrapposizioni tra destra e sinistra, con accuse opposte che da sinistra criticavano l'eccesso di precarietà consentita mentre da destra evidenziavano i troppi vincoli sulla flessibilità in entrata.
«Magari avessi avuto la bacchetta magica - spiega la Fornero - ma io ho sempre detto che si proponeva una riforma equilibrata, necessaria alla luce delle grandi divisioni che esistono nel paese su questo tema divisioni ideologiche, di genere, di generazione».

E per evitare il ripetersi di questi contrasti Tiziano Treu invita al dialogo, chiede di evitare le contrapposizioni del passato, «l'urgenza - spiega - non è quella di normare ancora, piuttosto di aiutare chi crea lavoro, cioè le imprese, è solo da lì che può arrivare la nuova occupazione».

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