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Questo articolo è stato pubblicato il 22 marzo 2013 alle ore 06:40.

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Con una mossa a sorpresa il Governo italiano è tornato sui suoi passi. Ha ceduto alle pressioni (anche economiche) dell'India e ha fatto partire ieri sera per New Delhi i due sottufficiali del Reggimento San Marco Salvatore Girone e Massimiliano Latorre che si trovavano in Italia per una licenza elettorale. Non era facile collezionare in pochi mesi così tanti errori nella gestione della politica estera e violare così tanti principi elementari della tecnica negoziale diplomatico-militare come hanno segnalato ieri numerosi esponenti politici ed esperti di strategia militare cone Franco Angioni e Carlo Jean. Eppure il Governo Monti (ormai in carica solo per gli affari correnti) è riuscito nell'impresa.
L'ultimo avvilente capitolo della crisi italo-indiana si è consumato ieri. La decisione di rispettare il termine del 22 marzo per il rientro in India è stata annunciata con una nota da Palazzo Chigi e sarebbe maturata nelle ultime 24 ore al termine di una serie di riunioni a vari livelli che hanno coinvolto anche funzionari indiani. Nella nota della presidenza del Consiglio si spiega che il premier Mario Monti, il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e il sottosegretario agli Esteri, Staffan De Mistura hanno incontrato i due fucilieri per valutare congiuntamente la posizione italiana e i risultati delle discussioni avvenute tra le autorità italiane e quelle indiane.
All'incontro non ha partecipato invece il ministro degli Esteri, Giulio Terzi che, secondo indiscrezioni, sarebbe rimasto estraneo alle decisioni almeno nell'ultima settimana. Il titolare della Farnesina ha però preso parte nella mattinata di ieri a una riunione del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (Cisr), presieduta da Monti, assieme ai colleghi Anna Maria Cancellieri, Giampaolo Di Paola, Vittorio Grilli, Paola Severino, Corrado Passera. Al vertice hanno partecipato anche i sottosegretari Antonio Catricalà e Gianni De Gennaro (servizi).
Già da alcune settimane stava maturando una frattura nella posizione del Governo: da una parte i ministri Terzi e Di Paola favorevoli alla linea dura nei confronti dell'India e dall'altra quella del ministro Severino favorita anche da Palazzo Chigi e soprattutto dal Quirinale. Sulla base delle decisioni assunte dal Cisr, il governo italiano ha ottenuto dalle autorità indiane l'assicurazione scritta riguardo al trattamento che sarà riservato ai fucilieri e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Alla luce delle assicurazioni ottenute, il governo ha ritenuto l'opportunità, anche nell'interesse dei Fucilieri, di mantenere l'impegno preso in occasione del permesso per partecipare al voto, del ritorno in India entro il 22 marzo. I fucilieri hanno aderito a tale valutazione.

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